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As always, Marshall Smith delivers compelling narrative in his singular writing style and keeps you guessing until the end. What strikes me most about his books is how likable he makes the protagonist. Hap Thompson is hilariously sardonic and I was with him from the first page. Marshall Smith continues to do ultimate justice to the cyberpunk genre.
Questo libro è stato scritto nel lontano 1998, ma francamente mentre lo leggevo pensavo risalisse a parecchi anni prima.
Il futuro fantascientifico che prospetta è un futuro molto simile al presente (e si svolge più o meno verso il 2020), con giusto qualche differenza tecnologica che basta a classificarlo come fantascienza.
Per cominciare, e la cosa è di fondamentale importanza per la trama, sono state create macchine per togliere ricordi e sogni dalla mente di una persona, e immetterli in altre persone. Pratica, quando si parla di ricordi, alquanto illegale visto che senza il ricordo di un crimine neanche l’efficace siero della verità in uso in questa epoca può inchiodare un criminale.
Poi internet è una vera e propria realtà virtuale, un mondo ricalcato su quello materiale dove la gente può entrare con apposite strumentazioni, muovendovisi normalmente.
Si possono acquistare coincidenze, dosi che garantiscono un certo numero di coincidenze nelle prossime giornate, ma di qualità variabile, non prevedibile. Puoi imbatterti nel biglietto vincente della lotteria, o pensare a una persona proprio mentre questa ti sta per chiamare.
E visto che i conti bancari fisici non usano schede magnetiche o chips ma riconoscono l’impronta digitale del cliente, il mercato nero offre illegalissime dita mozzate, valide finché il proprietario non viene dichiarato morto (e tenute in forma da apposite sacche di plasma).
Fin qui sembra un normale futuro tecnologico.
Un futuro un poco fantascientifico in cui si muove Hap, un delinquentello da quattro soldi che ha passato gran parte del suo tempo vagabondando per l’America, facendo il barman qua e là, compiendo piccoli crimini per stare a galla.
Ha un solo vero amico, Deck, un grande amore ormai sparito, Helena, un quasi amico divenuto il suo acerrimo nemico, Trevis, e una folta schiera di comparse pseudo-malavitose che gravitano nei paraggi.
Le cose cambiano quando Hap va a lavorare per Strasser, che gestisce la REMtemp. Comincia col ricevere i sogni dei clienti, ed essendo molto dotato mnemonicamente fa rapidamente molti soldi, poi passa all’attività vagamente illegale di conservare per brevi lassi di tempo i ricordi dei clienti.
Infine, riceve un lavoro in nero.
Prendersi per sempre un certo ricordo da una cliente.
Accetta, sono tantissimi soldi. Accetta a scatola chiusa.
E la storia comincia con Hap che dà la caccia a questa sconosciuta cliente per costringerla a riprendersi i suoi ricordi, visto che si tratta dei ricordi di quando lei ha ucciso il tenente di polizia Hammond, pluridecorato e recentemente trovato morto. Hap non ha a che fare con l’omicidio, ma visto che a indagare è lo stesso Trevis che da anni cerca di trovare le prove della sua colpevolezza in una vecchia storia comprendente una rapina in banca e dei morti, preferisce non rischiare.
Farà bene? Farà male? Fatto sta che dei misteriosi e inquietanti personaggi, tutti uguali tra loro, che erano arrivati a giochi compiuti anche sulla scena del crimine, sembrano dare la caccia a lui e a Laura, la sua cliente.
Una donna isterica e ubriacona, attraente ma scontrosa. Paranoica e depressa.
E quando la trova, che fa? Si mette a fare il gentiluomo, senza pressarla per farsi dire tutto sull’omicidio di cui rischia di essere accusato.
La storia si trasforma in una sorta di poliziesco mischiato con elementi fantascientifici, una corsa contro il tempo di Hap e del fedele amico Deck per scoprire chi vuole incastrare Hap e magari salvare anche Laura. Prima che Trevis lo prenda, e prima che l’ex-moglie di Hap, Helena, arrivi a ucciderlo per riscuoterne la taglia.
Già, perché a quanto pare Helena è una spietata killer. Ma le cose potrebbero essere anche diverse da come sembrano, mano a mano che l’autore si degna di fornirci dei particolari sul passato di Hap.
Detta così, la storia sarebbe intorno alla sufficienza… un cinque, alla peggio, dovuto al fatto che i dettagli forniti si fanno pregare, e alla noncuranza con cui Hap evita di indagare con Laura.
E anche per il voler dare a tutti i costi ai personaggi un’aria hard-boiled.
Peccato che ci siano un paio di elementi che distruggono l’atmosfera, rendendola assurda.
Il primo elemento sono gli elettrodomestici. Qui tutti gli elettrodomestici, gli oggetti elettrici e persino le serrature sono senzienti. Parlano, si muovono… l’orlogio di Hap lo insegue ovunque per dargli la sveglia, le serrature si possono corrompere, la segreteria parla al suo proprietario, e lungo le strade deserte si incrociano colonne di forni o frigoriferi ormai abbandonati, intenti ad attraversare la strada diretti verso chissà dove.
Una nota weird che sarebbe interessante, e molto, se non fosse che ha rilevanza solo in un certo punto della storia, usata come una sorta di deus ex-machina e priva di senso con i comportamenti tenuti in passato (cioè, Hap ha maltrattato enormemente l’orologio, e viene visto come un Messia?), salvo ogni tanto citare questi branchi di elettrodomestici. Inutile ai fini della storia, e troppo ricorrente per essere un divertissement.
L’altro elemento sono i sei tizi che inseguono Hap, e l’uomo vestito di scuro. Quando dalla fantascienza tecnologica siamo passati agli alieni e poi addirittura a Dio e agli Angeli, mi sono cadute le braccia. Una conclusione che non mi è piaciuta per niente.
Peccato, perché la storia in sé non era male.
Ma tutta la parte -decisiva- su quei sette personaggi enigmatici non sono riuscito a digerirla.
Il futuro fantascientifico che prospetta è un futuro molto simile al presente (e si svolge più o meno verso il 2020), con giusto qualche differenza tecnologica che basta a classificarlo come fantascienza.
Per cominciare, e la cosa è di fondamentale importanza per la trama, sono state create macchine per togliere ricordi e sogni dalla mente di una persona, e immetterli in altre persone. Pratica, quando si parla di ricordi, alquanto illegale visto che senza il ricordo di un crimine neanche l’efficace siero della verità in uso in questa epoca può inchiodare un criminale.
Poi internet è una vera e propria realtà virtuale, un mondo ricalcato su quello materiale dove la gente può entrare con apposite strumentazioni, muovendovisi normalmente.
Si possono acquistare coincidenze, dosi che garantiscono un certo numero di coincidenze nelle prossime giornate, ma di qualità variabile, non prevedibile. Puoi imbatterti nel biglietto vincente della lotteria, o pensare a una persona proprio mentre questa ti sta per chiamare.
E visto che i conti bancari fisici non usano schede magnetiche o chips ma riconoscono l’impronta digitale del cliente, il mercato nero offre illegalissime dita mozzate, valide finché il proprietario non viene dichiarato morto (e tenute in forma da apposite sacche di plasma).
Fin qui sembra un normale futuro tecnologico.
Un futuro un poco fantascientifico in cui si muove Hap, un delinquentello da quattro soldi che ha passato gran parte del suo tempo vagabondando per l’America, facendo il barman qua e là, compiendo piccoli crimini per stare a galla.
Ha un solo vero amico, Deck, un grande amore ormai sparito, Helena, un quasi amico divenuto il suo acerrimo nemico, Trevis, e una folta schiera di comparse pseudo-malavitose che gravitano nei paraggi.
Le cose cambiano quando Hap va a lavorare per Strasser, che gestisce la REMtemp. Comincia col ricevere i sogni dei clienti, ed essendo molto dotato mnemonicamente fa rapidamente molti soldi, poi passa all’attività vagamente illegale di conservare per brevi lassi di tempo i ricordi dei clienti.
Infine, riceve un lavoro in nero.
Prendersi per sempre un certo ricordo da una cliente.
Accetta, sono tantissimi soldi. Accetta a scatola chiusa.
E la storia comincia con Hap che dà la caccia a questa sconosciuta cliente per costringerla a riprendersi i suoi ricordi, visto che si tratta dei ricordi di quando lei ha ucciso il tenente di polizia Hammond, pluridecorato e recentemente trovato morto. Hap non ha a che fare con l’omicidio, ma visto che a indagare è lo stesso Trevis che da anni cerca di trovare le prove della sua colpevolezza in una vecchia storia comprendente una rapina in banca e dei morti, preferisce non rischiare.
Farà bene? Farà male? Fatto sta che dei misteriosi e inquietanti personaggi, tutti uguali tra loro, che erano arrivati a giochi compiuti anche sulla scena del crimine, sembrano dare la caccia a lui e a Laura, la sua cliente.
Una donna isterica e ubriacona, attraente ma scontrosa. Paranoica e depressa.
E quando la trova, che fa? Si mette a fare il gentiluomo, senza pressarla per farsi dire tutto sull’omicidio di cui rischia di essere accusato.
La storia si trasforma in una sorta di poliziesco mischiato con elementi fantascientifici, una corsa contro il tempo di Hap e del fedele amico Deck per scoprire chi vuole incastrare Hap e magari salvare anche Laura. Prima che Trevis lo prenda, e prima che l’ex-moglie di Hap, Helena, arrivi a ucciderlo per riscuoterne la taglia.
Già, perché a quanto pare Helena è una spietata killer. Ma le cose potrebbero essere anche diverse da come sembrano, mano a mano che l’autore si degna di fornirci dei particolari sul passato di Hap.
Detta così, la storia sarebbe intorno alla sufficienza… un cinque, alla peggio, dovuto al fatto che i dettagli forniti si fanno pregare, e alla noncuranza con cui Hap evita di indagare con Laura.
E anche per il voler dare a tutti i costi ai personaggi un’aria hard-boiled.
Peccato che ci siano un paio di elementi che distruggono l’atmosfera, rendendola assurda.
Il primo elemento sono gli elettrodomestici. Qui tutti gli elettrodomestici, gli oggetti elettrici e persino le serrature sono senzienti. Parlano, si muovono… l’orlogio di Hap lo insegue ovunque per dargli la sveglia, le serrature si possono corrompere, la segreteria parla al suo proprietario, e lungo le strade deserte si incrociano colonne di forni o frigoriferi ormai abbandonati, intenti ad attraversare la strada diretti verso chissà dove.
Una nota weird che sarebbe interessante, e molto, se non fosse che ha rilevanza solo in un certo punto della storia, usata come una sorta di deus ex-machina e priva di senso con i comportamenti tenuti in passato (cioè, Hap ha maltrattato enormemente l’orologio, e viene visto come un Messia?), salvo ogni tanto citare questi branchi di elettrodomestici. Inutile ai fini della storia, e troppo ricorrente per essere un divertissement.
L’altro elemento sono i sei tizi che inseguono Hap, e l’uomo vestito di scuro. Quando dalla fantascienza tecnologica siamo passati agli alieni e poi addirittura a Dio e agli Angeli, mi sono cadute le braccia. Una conclusione che non mi è piaciuta per niente.
Peccato, perché la storia in sé non era male.
Ma tutta la parte -decisiva- su quei sette personaggi enigmatici non sono riuscito a digerirla.
adventurous
dark
emotional
mysterious
reflective
sad
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Complicated
Creative jaunt through the life of the main character, Hap Thompson, who rents his brain for memory storage and finds himself enmeshed in a larger intrigue between good and evil. Michael Marshall Smith spins an incredible tale, I turned through the pages like a puppy through your fur-lined slippers.
Some of the characters a little two-dimensional, and some of the plot buildup left me wanting more answers, but it was very enjoyable regardless. Looking forward to more of his work sitting on my to-read shelf.
Some of the characters a little two-dimensional, and some of the plot buildup left me wanting more answers, but it was very enjoyable regardless. Looking forward to more of his work sitting on my to-read shelf.
A fun cyber noir about a criminal conspiracy and the illegal trade of memories that kicks off when our protagonist unwittingly downloads the memory of a murder into his mind. The world is peppered with fun details of a science fiction future Los Angeles where sentient appliances roam the streets and you can speed through the streets of the internet in a digital sports car. We follow Hap as he tracks down the murderess who has dumped the memory on him and keeps the LAPD off his trail in the process, and we find ourselves glued to the page as he uncovers just how deep the conspiracy goes.
And THEN, about 2/3 of the way through, the author seemingly swan dives into a bathtub full of cocaine and shrooms and the book devolves into the hottest of messes, starting with alien abductions, and SOMEHOW, ending up with God (big G God, the Alpha and Omega Himself). I cannot express how much this just DOES NOT WORK. It doesn't even feel like the same book, it's like watching a movie on TV and instead of cutting to commercial break it just cuts to some college-aged stoner bro at a frat party trying to impress girls with mumbo jumbo he was only half paying attention to in his introduction to philosophy class that he'll barely manage to scrape a 'c' in after he realizes he actually has to read the assigned literature.
And THEN, about 2/3 of the way through, the author seemingly swan dives into a bathtub full of cocaine and shrooms and the book devolves into the hottest of messes, starting with alien abductions, and SOMEHOW, ending up with God (big G God, the Alpha and Omega Himself). I cannot express how much this just DOES NOT WORK. It doesn't even feel like the same book, it's like watching a movie on TV and instead of cutting to commercial break it just cuts to some college-aged stoner bro at a frat party trying to impress girls with mumbo jumbo he was only half paying attention to in his introduction to philosophy class that he'll barely manage to scrape a 'c' in after he realizes he actually has to read the assigned literature.
adventurous
dark
funny
mysterious
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
This is only the fourth MMS (including The Straw Men, by his alter ego, MM) that I've read.
The great thing about this guy is that he has such a rich imagination, it's exciting to start one of his novels because you have no idea where he is going to take you.
Having said that, I'd have to say that One of Us left me wanting just a little more. Indeed, he ultimately took me to a bizarre and original place, but it is the one novel of his that I've read that didn't have as much of the amusing and poignant human observances that I've come to expect.
Now, it could be because he has set the bar very high after works like Only Forward and More Tomorrow. Those stories were unforgettable. And it's because of those that I will continue to be excited about reading him.
I'm giving this one 4 stars just for the big ideas in it!
He's a marvelous writer. Read him.
The great thing about this guy is that he has such a rich imagination, it's exciting to start one of his novels because you have no idea where he is going to take you.
Having said that, I'd have to say that One of Us left me wanting just a little more. Indeed, he ultimately took me to a bizarre and original place, but it is the one novel of his that I've read that didn't have as much of the amusing and poignant human observances that I've come to expect.
Now, it could be because he has set the bar very high after works like Only Forward and More Tomorrow. Those stories were unforgettable. And it's because of those that I will continue to be excited about reading him.
I'm giving this one 4 stars just for the big ideas in it!
He's a marvelous writer. Read him.
mysterious
reflective
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Flaws of characters a main focus:
Yes
Just on originality alone this book gets full four stars all fat and juicy -- I also had a rollicking good time reading it being that it's so goddamn funny in parts and running on high-octane adrenaline in others. It's such a mish-mash of genres it left my head spinning in places, but at its core, after you strip away all the fun bells and whistles, this is a "noire-ish" hard-boiled detective story. There's an anti-hero on the run, trying to solve a mystery before time runs out, there's a best friend, a couple of beautiful women, some double-crossing and betrayal (and oh yeah, a few talking kitchen appliances thrown in for good measure!)
The wonderful thing about Smith's take on this "traditional" plot, is that he takes it to a whole new level and delivers it up with some crazy twists. The devil is in the detailed world-building. The "mystery" itself is pretty standard fare, it's the unraveling of it that's so very entertaining. And I really liked the characters, an unexpected bonus for a book that's so pulpy and plot-driven. The chemistry between Hap and best friend Deck is so very awesomely awesome -- Butch and Sundance worthy.
Smith's writing style is snappy and irreverent very much to the point. Here is one of my favorite examples:
Now what's not to like about that? :) If you're not completely sold, I would highly recommend you check out Stephen's fantastic review here: he will convince you where I have failed and make you fall over laughing to boot!
The wonderful thing about Smith's take on this "traditional" plot, is that he takes it to a whole new level and delivers it up with some crazy twists. The devil is in the detailed world-building. The "mystery" itself is pretty standard fare, it's the unraveling of it that's so very entertaining. And I really liked the characters, an unexpected bonus for a book that's so pulpy and plot-driven. The chemistry between Hap and best friend Deck is so very awesomely awesome -- Butch and Sundance worthy.
Smith's writing style is snappy and irreverent very much to the point. Here is one of my favorite examples:
Up until then the situation I found myself in had merely been disastrous. Now it had sailed blithely into a realm where adjectives didn't really cut it anymore. It would have taken a diagram to explain, one showing the intersection of a creek and some shit, and making clear the lack of any implement for promoting forward propulsion. Deck stared back at me. "You're fucked," he said.
Now what's not to like about that? :) If you're not completely sold, I would highly recommend you check out Stephen's fantastic review here: he will convince you where I have failed and make you fall over laughing to boot!
Ugh. The setup was so steeped in misogyny that I wanted to gouge my eyeballs out of my head. :(