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georginadaw's review against another edition
challenging
dark
reflective
sad
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? No
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
2.0
zebglendower's review against another edition
4.0
Really good. Psychologically and spiritually astute, and beautifully written. A sometimes heart-breaking exploration of what can happen when we turn away from our truest selves. Redeeming in the end, too.
jsc8675309's review against another edition
3.0
Profoundly sad story of a man who never quite fit into himself and was unable to accept who he was. The relationships that precipitated his downfall never gelled for me, I never understood the attraction, but I loved David's relationship with his mother and with Mrs. Poole. I appreciated the idea of a well bred, thoughtful man, with refined sensibilities being completely unaware of how little he understands the poor, uneducated, insular people he has come to minister, and this is what ultimately ruins him.
michael_levy's review against another edition
challenging
emotional
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.5
slammy90's review against another edition
2.0
Mi sarebbe piaciuto possedere la sensibilità adatta per apprezzare questo romanzo, che sicuramente merita :(
Quando nel mio cammino incontro libri come questo, mi rendo tristemente conto di quanto la mia capacità di trascendere la trama e perdermi nei dettagli sia piatta ai limiti dell'inesistente; ho trovato il romanzo soffocante ed eccessivamente 'edonista', vuoto quasi.. Non so ben spiegare le sensazioni che la lettura mi ha trasmesso, ma sicuramente tra queste c'è la noia: è un romanzo MOLTO statico, alla fine tutto ciò che accade nel romanzo è riassumibile nella quarta di copertina (NON leggetela tutta!) ed il resto si compone di dettagli, sensazioni, colori, odori, canzoni.. Leggevo ed ero affranta perché piuttosto che assaporare questi dettagli, in me prevaleva la sensazione di impazienza e di "dai, dai, diamoci una mossa!".
Ripeto, ho la sensibilità di una poltrona abbandonata in una discarica, me ne rendo conto. Se voi a differenza mia (beati voi!) sapete apprezzare le piccole cose, O'Hagan ha una scrittura magnetica e poetica, consiglio, consiglio!
Oltre ai miei limiti patologici, non sono riuscita ad apprezzare il protagonista, padre David, né ad entrarci in sintonia.. Anzi, vi dirò, mi ha messo in uno stato di profondo disagio ;_;
Non so, il suo modo di porsi al mondo, il suo edonismo (sì, è la seconda volta nella recensione che utilizzo questa parola, quando probabilmente nella mia vita l'avrò utilizzata una volta e mezza e pure per sbaglio.. Il fatto è che così si definisce lo stesso David con i suoi trascorsi universitari), il suo lasciarsi scivolare addosso la vita.. Mamma mia che ansia!!
Un altro mio limite che mi ha impedito di entrare nella storia piuttosto che osservarla da fuori da spettatrice un po' annoiata è la mia scarsa conoscenza della storia inglese degli anni '60/'70'/'80/'90.. E beh direte voi, che ti importa? Nel testo ci sono tanti riferimenti alla politica e alle lotte di quel periodo e io mi sono sentita un po' persa, con zero punti di riferimento a cui appigliarmi ;_;
Spero un giorno di poter rileggere il libro e apprezzare le piccole sfumature che ora mi sono lasciata sfuggire.. per ora posso solo dire che la scrittura è 'tanta' è bellissima.. Forse un po' troppo, addirittura!
Quando nel mio cammino incontro libri come questo, mi rendo tristemente conto di quanto la mia capacità di trascendere la trama e perdermi nei dettagli sia piatta ai limiti dell'inesistente; ho trovato il romanzo soffocante ed eccessivamente 'edonista', vuoto quasi.. Non so ben spiegare le sensazioni che la lettura mi ha trasmesso, ma sicuramente tra queste c'è la noia: è un romanzo MOLTO statico, alla fine tutto ciò che accade nel romanzo è riassumibile nella quarta di copertina (NON leggetela tutta!) ed il resto si compone di dettagli, sensazioni, colori, odori, canzoni.. Leggevo ed ero affranta perché piuttosto che assaporare questi dettagli, in me prevaleva la sensazione di impazienza e di "dai, dai, diamoci una mossa!".
Ripeto, ho la sensibilità di una poltrona abbandonata in una discarica, me ne rendo conto. Se voi a differenza mia (beati voi!) sapete apprezzare le piccole cose, O'Hagan ha una scrittura magnetica e poetica, consiglio, consiglio!
Oltre ai miei limiti patologici, non sono riuscita ad apprezzare il protagonista, padre David, né ad entrarci in sintonia.. Anzi, vi dirò, mi ha messo in uno stato di profondo disagio ;_;
Non so, il suo modo di porsi al mondo, il suo edonismo (sì, è la seconda volta nella recensione che utilizzo questa parola, quando probabilmente nella mia vita l'avrò utilizzata una volta e mezza e pure per sbaglio.. Il fatto è che così si definisce lo stesso David con i suoi trascorsi universitari), il suo lasciarsi scivolare addosso la vita.. Mamma mia che ansia!!
Un altro mio limite che mi ha impedito di entrare nella storia piuttosto che osservarla da fuori da spettatrice un po' annoiata è la mia scarsa conoscenza della storia inglese degli anni '60/'70'/'80/'90.. E beh direte voi, che ti importa? Nel testo ci sono tanti riferimenti alla politica e alle lotte di quel periodo e io mi sono sentita un po' persa, con zero punti di riferimento a cui appigliarmi ;_;
Spero un giorno di poter rileggere il libro e apprezzare le piccole sfumature che ora mi sono lasciata sfuggire.. per ora posso solo dire che la scrittura è 'tanta' è bellissima.. Forse un po' troppo, addirittura!
juliechristinejohnson's review against another edition
4.0
A beautifully written, intense novel. It's about a middle-aged priest serving in a parish in a struggling west Scotland town who (deliberately?) throws away all that he has built in a moment of recklessness. It's set in 2003- just after the US invasion of Iraq and travels back in time to 1968 London, when the main character was a student at Oxford and falls in love for the first, perhaps only, time.
It's sad, tragic, frustrating, fascinating- very quiet and deliberate, with an odd sense of hope and life despite its tragic twists.
It's sad, tragic, frustrating, fascinating- very quiet and deliberate, with an odd sense of hope and life despite its tragic twists.
janhicks's review against another edition
4.0
I thought this book was incredible. From the very start, the prose pulled me into the main character's world. It struck me as being a meditation on what it actually involves to be human, to live a life that is frustrating, to try to find hope and a reason for your existence. It was interesting in its portrayal of a man using faith as a hiding place, and the crisis this brought about in his life because of the lack of honesty in his decision. The relationship between the main character and the teenagers who befriend him was well observed, the outcome unavoidable. And through it all O'Hagan's steady prose made the story believable.