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“Tiempo de espera”, de Elizabeth Jane Howard, es el segundo libro de la saga familiar de los Cazalet. Aunque en un principio me costó un poquito entrar en él porque hacía tiempo que había leído el primero y las relaciones entre los personajes se me habían quedado un poco oxidadas, es una novela que he terminado por disfrutar muchísimo.
El espectro temporal que abarca esta novela va desde septiembre de 1939 al invierno de 1941. Por tanto la narración pasa por los momentos del temor a una guerra inminente hacia la perplejidad con la que son testigos de que esta guerra ha terminado por afectarles también a ellos (Inglaterra) y de ahi a la nueva rutina en la que, por ejemplo, se acostumbran tanto a las alarmas de los ataques aéreos que, en ocasiones, las ignoran completamente o las contemplan con fastidio.
La historia la cuentan las que esperan, las mujeres, que siempre parecen ser quienes esperan a los hombres. Son mujeres de todas las edades y situaciones y hablan de todo aquello que les afecta. Se tratan temas como la liberación femenina, la independencia, las ambiciones, la juventud, la madurez, la vejez, las dudas e inseguridades, las responsabilidades atribuidas a las mujeres, la búsqueda de la identidad propia y se hace hincapié en la falta de educación sexual y afectiva, los derechos y la violencia sexual.
E.J. Howard no adorna sus novelas con magia ni florituras sino que su sencillez y precisión relatando los acontecimientos y retratando a sus personajes consiguen no sólo que el lector empatice o se identifique con ellos, sino también que encuentre similitudes entre la actitud con que se toman sus personajes una situación de guerra a la que no le ven fin y la actitud con la que muchísima gente hoy día se toma la actual situación de pandemia: también para nosotros se ha hecho tan rutinaria nuestra situación que apenas levantamos una ceja cuando sucede algún golpe duro a nuestro alrededor. También nosotros relajamos las medidas de seguridad porque “a nosotros no va a pasar nada y de esta vamos a salir mejores”. Ya.
El espectro temporal que abarca esta novela va desde septiembre de 1939 al invierno de 1941. Por tanto la narración pasa por los momentos del temor a una guerra inminente hacia la perplejidad con la que son testigos de que esta guerra ha terminado por afectarles también a ellos (Inglaterra) y de ahi a la nueva rutina en la que, por ejemplo, se acostumbran tanto a las alarmas de los ataques aéreos que, en ocasiones, las ignoran completamente o las contemplan con fastidio.
La historia la cuentan las que esperan, las mujeres, que siempre parecen ser quienes esperan a los hombres. Son mujeres de todas las edades y situaciones y hablan de todo aquello que les afecta. Se tratan temas como la liberación femenina, la independencia, las ambiciones, la juventud, la madurez, la vejez, las dudas e inseguridades, las responsabilidades atribuidas a las mujeres, la búsqueda de la identidad propia y se hace hincapié en la falta de educación sexual y afectiva, los derechos y la violencia sexual.
E.J. Howard no adorna sus novelas con magia ni florituras sino que su sencillez y precisión relatando los acontecimientos y retratando a sus personajes consiguen no sólo que el lector empatice o se identifique con ellos, sino también que encuentre similitudes entre la actitud con que se toman sus personajes una situación de guerra a la que no le ven fin y la actitud con la que muchísima gente hoy día se toma la actual situación de pandemia: también para nosotros se ha hecho tan rutinaria nuestra situación que apenas levantamos una ceja cuando sucede algún golpe duro a nuestro alrededor. También nosotros relajamos las medidas de seguridad porque “a nosotros no va a pasar nada y de esta vamos a salir mejores”. Ya.
emotional
funny
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Mi mancava la famiglia Cazalet e ad appena due mesi dalla lettura de Gli anni della leggerezza la curiosità ha preso il sopravvento e ho fatto ritorno ad Home Place. Il tempo dell'attesa è un secondo volume più che degno del primo, anzi direi quasi migliore, le aspettative erano altissime e non sono state per nulla deluse.
A differenziare i due volumi c'è una nuova struttura perchè, se nel precedente volume i pensieri e le azioni di tutti i personaggi erano gestiti abbastanza egualmente, qui la Howard decide di dare più spazio alle vicende delle tre adolescenti Cazalet: Polly, Louise e Clary.
Tre ragazze molto diverse tra loro sia per carattere che ambizioni: Polly, già di una bellezza notevole per la sua età, è la più tranquilla e dolce delle tre, non ha ancora chiaro quello che vorrebbe fare nella vita ma intanto si prende cura delle persone care a lei vicine; Clary, la migliore amica di P., è la più brillante e curiosa, ha uno spiccato talento per la scrittura che però subisce una battuta d'arresto perchè la testa è troppo impegnata a pensare a papà Rubert e a sperare nel suo ritorno; infine Louise, forse la più ambiziosa delle tre, non vuole arrendersi alla realtà che la circonda e persegue nel suo intento di diventare un'attrice, sempre in lotta con una madre fredda e un padre un po' troppo amichevole, trova serenità nell'amicizia con Stella, una ragazza scaltra e peperina, e nel rapporto con un non troppo giovane ufficiale di marina.
Sono loro tre le regine di questo secondo volume in cui viene dato meno spazio all'intera famiglia che però non viene mai lasciata da parte: esilaranti sono sempre i siparietti con protagonisti i più piccoli della famiglia, soprattutto con un Neville alquanto ribelle, il rapporto tra Hugh e Sybil, che non sanno cosa vogliano uno dall'altra, si complica ulteriormente a causa di una malattia grave, Edward e Vinny sono ormai una coppia distrutta che conduce vite e storie separate ma che mostrano sempre l'altra faccia, e Zoe è alle prese con una nuova maternità che dovrà gestire solo con accanto Clary ; e infine ci sono piccolissime storie che si intrecciano alle altre più grandi, quelle della servitù o dei ragazzi che non ho citato o ancora quelle di nuovi personaggi che si introducono nella vita famigliare dei Cazalet.
Interessante è anche il saggio a fine libro dell'amica Hilary Mantel che ci ricorda come Elizabeth Jane Howard fosse sempre stata un'autrice lasciata da parte perchè i suoi libri erano ritenuti "libri sulle donne, scritti da una donna". E se da una parte la questione è vera, dall'altra il forte pregiudizio nei confronti dell'universo femminile letterario ha purtroppo nascosto il talento di quest'autrice a molti: vero infatti è che la Howard dà ampio spazio al punto di vista femminile e alla condizione della donna nella prima metà del '900 ma non per questo i suoi libri possono essere etichettati come romanzi sentimentali.
In questo volume c'è tanto: la guerra, i rapporti famigliari, la scoperta del sesso, la differenza fra i due sessi ma soprattutto il cambiamento della condizione femminile, tutto raccontato con arguzia, sarcasmo e intelligenza.
Il tempo dell'attesa ci catapulta in quegli anni in cui, tranne per chi poteva rendersi utile alla patria, donne, bambini e invalidi si crogiolavano nella loro quotidianità, alle prese con il tempo che sembrava non trascorrere mai. E' questa l'attesa, aerei che passano sopra le teste e l'angoscia di un imminente frastuono, la sirena antiaerea a cui seguivano interminabili secondi, il tempo che mogli e figli trascorrevano nella speranza che il proprio caro tornasse a casa. E' questa la storia dei Cazalet e la storia di molti.
A differenziare i due volumi c'è una nuova struttura perchè, se nel precedente volume i pensieri e le azioni di tutti i personaggi erano gestiti abbastanza egualmente, qui la Howard decide di dare più spazio alle vicende delle tre adolescenti Cazalet: Polly, Louise e Clary.
Tre ragazze molto diverse tra loro sia per carattere che ambizioni: Polly, già di una bellezza notevole per la sua età, è la più tranquilla e dolce delle tre, non ha ancora chiaro quello che vorrebbe fare nella vita ma intanto si prende cura delle persone care a lei vicine; Clary, la migliore amica di P., è la più brillante e curiosa, ha uno spiccato talento per la scrittura che però subisce una battuta d'arresto perchè la testa è troppo impegnata a pensare a papà Rubert e a sperare nel suo ritorno; infine Louise, forse la più ambiziosa delle tre, non vuole arrendersi alla realtà che la circonda e persegue nel suo intento di diventare un'attrice, sempre in lotta con una madre fredda e un padre un po' troppo amichevole, trova serenità nell'amicizia con Stella, una ragazza scaltra e peperina, e nel rapporto con un non troppo giovane ufficiale di marina.
Sono loro tre le regine di questo secondo volume in cui viene dato meno spazio all'intera famiglia che però non viene mai lasciata da parte: esilaranti sono sempre i siparietti con protagonisti i più piccoli della famiglia, soprattutto con un Neville alquanto ribelle, il rapporto tra Hugh e Sybil, che non sanno cosa vogliano uno dall'altra, si complica ulteriormente a causa di una malattia grave, Edward e Vinny sono ormai una coppia distrutta che conduce vite e storie separate ma che mostrano sempre l'altra faccia, e Zoe è alle prese con una nuova maternità che dovrà gestire solo con accanto Clary ; e infine ci sono piccolissime storie che si intrecciano alle altre più grandi, quelle della servitù o dei ragazzi che non ho citato o ancora quelle di nuovi personaggi che si introducono nella vita famigliare dei Cazalet.
Interessante è anche il saggio a fine libro dell'amica Hilary Mantel che ci ricorda come Elizabeth Jane Howard fosse sempre stata un'autrice lasciata da parte perchè i suoi libri erano ritenuti "libri sulle donne, scritti da una donna". E se da una parte la questione è vera, dall'altra il forte pregiudizio nei confronti dell'universo femminile letterario ha purtroppo nascosto il talento di quest'autrice a molti: vero infatti è che la Howard dà ampio spazio al punto di vista femminile e alla condizione della donna nella prima metà del '900 ma non per questo i suoi libri possono essere etichettati come romanzi sentimentali.
In questo volume c'è tanto: la guerra, i rapporti famigliari, la scoperta del sesso, la differenza fra i due sessi ma soprattutto il cambiamento della condizione femminile, tutto raccontato con arguzia, sarcasmo e intelligenza.
Il tempo dell'attesa ci catapulta in quegli anni in cui, tranne per chi poteva rendersi utile alla patria, donne, bambini e invalidi si crogiolavano nella loro quotidianità, alle prese con il tempo che sembrava non trascorrere mai. E' questa l'attesa, aerei che passano sopra le teste e l'angoscia di un imminente frastuono, la sirena antiaerea a cui seguivano interminabili secondi, il tempo che mogli e figli trascorrevano nella speranza che il proprio caro tornasse a casa. E' questa la storia dei Cazalet e la storia di molti.
In addition to Marking Time, I read the two other books (Confusion and Casting Off) that complete the four-book Cazalet family epic which began with The Light Years. This series takes an upper-class English family from before the start of WWII all the way through to the aftermath of the war. It's a solid story with interesting characters and a realistic depiction of the times with its hardships and problems, many of which I had never thought about in reading more romantically-colored stories of that period. Sometimes though, the story is just too slow and lacks warmth.
emotional
funny
relaxing
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
medium-paced
emotional
funny
hopeful
lighthearted
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
No
Not a page turner, but engrossing. Easier to keep track of all the characters in this second book, and I’m curious to see where the story takes them next.
funny
reflective
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
No