4.22 AVERAGE

emotional funny hopeful lighthearted reflective relaxing sad medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Complicated
dark emotional funny hopeful informative fast-paced
Plot or Character Driven: Plot
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes

Ho trovato questo secondo volume della saga dei Cazalet meno intenso e coinvolgente rispetto al primo. Nonostante l’ambientazione storica della Seconda Guerra Mondiale mi avesse creato alte aspettative, lo spettro del conflitto, pur essendo molto presente, rimane comunque marginale. Pensavo che i Cazalet sarebbero stati più direttamente toccati dagli eventi bellici, ma, tranne alcune storyline, molti personaggi continuano la loro vita con relativa normalità. Probabilmente, però, questa era la realtà dei fatti: chi non si arruolava non poteva fare altro che attendere e cercare di vivere normalmente. Mi aspettavo solo di essere più immersa in questo aspetto della narrazione.
 Un altro elemento che mi ha reso la lettura meno fluida è stata la struttura dei capitoli: lunghi e monotematici. Nel primo libro ero abituata a un’alternanza più frequente dei punti di vista, e infatti ho divorato i capitoli più familiari, che conservano quella coralità che trovo il vero punto di forza della saga. Preferisco, quindi, quando lo stile narrativo rimane quello del primo volume.
 Per quanto riguarda i personaggi, dispiace per Sybil: il suo destino non sembra essere positivo. Mi ha colpito, invece, il cambiamento di Zoe, che appare meno arrogante e più empatica, persino nei confronti della figliastra. Tuttavia, a livello narrativo, questo sviluppo mi è sembrato un po' troppo repentino rispetto a quanto ci era stato raccontato in precedenza.
Nella postfazione di Hilary Mantel si percepisce chiaramente quanto la vita stessa dell’autrice, Elizabeth Jane Howard, abbia influenzato la costruzione dei suoi romanzi, in particolare nella caratterizzazione dei personaggi e delle loro relazioni spesso disfunzionali. Forse Louise, con la sua ambizione di diventare attrice, è un alter ego della scrittrice. Un altro tema interessante sollevato riguarda il destino delle donne scrittrici, storicamente sottovalutate rispetto ai loro colleghi uomini e spesso relegate alla 'narrativa rosa' definita frivola. Eppure, autrici come Jane Austen, le sorelle Brontë e George Eliot hanno contribuito a creare la struttura narrativa di ciò che oggi siamo abituati a leggere, vedere in TV e al cinema. Oltretutto, anche gli uomini hanno scritto di donne e storie d’amore – basti pensare a Dickens, Henry James, Hawthorne o persino Tolstoj con Anna Karenina – ma sono sempre stati classificati come mostri sacri della letteratura, mentre le autrici venivano destinate all’oblio o alla cronaca rosa. Un’ingiustizia che ancora oggi merita di essere discussa e riconosciuta, secondo me.
challenging emotional funny hopeful reflective medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Complicated
emotional informative relaxing sad medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes

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These books are some kind of salve for these times. It’s incredible to read so many different perspectives on those times and yet their lives continue in ways and it’s like having a bird’s eye view and intimate conversation all at once. Truly incredible writing.

"Era por la mañana, y se había despertado con auténticas ansias de saber qué día hacía. Cuando comprendió o, mejor dicho, cuando pensó por primera vez que iba a morir, se había obsesionado con el clima, con las estaciones. Fue a finales de verano. Había visto marchitarse las flores estivales y que cada vez había menos rosas ; que los floxes y las espuelas de caballero se agostaban ; que los robles adquirían una tonalidad bronceada a la luz cada vez más débil del sol y las golondrinas emigraban. "

Tiempo de espera, 1991
Elizabeth Jane Howard
@siruelaediciones
Traducción de Celia Montolío

Septiembre 1939
Acaba de empezar la invasión de Polonia.
Inglaterra se prepara para la guerra. Los niños son evacuados al campo, las casas se oscurecen para protegerse de los ataques aéreos.
Todo el mundo vive un compás de espera mientras la maquinaria nazi avanza implacable a través de Europa.

Los hombres disponibles se han alistado, los jóvenes impetuosos cuentan los días para poder hacerlo y los extremadamente sensibles sufren atrapados entre lo que se espera de ellos y el terror de la guerra.

Mientras, en la retaguardia, las mujeres deben asumir roles nuevos e impensables para mantener el país a flote.
En Home Place, los Cazalet se reúnen para tejer una historia familiar que dibuja con precisión los cambios imparables de un mundo convulso, dejando atrás el paraíso soñado y despertando de golpe a la nueva realidad.

Brillante, emocionante y conmovedora. Elizabeth Jane Howard me ha vuelto a atrapar
Estamos leyendo a los Cazalet en #lecturasconjuntasraquellectora

#tiempodeespera #markingtime #elizabethjanehow ard #leeresvivir #leermola #libros #leoautoras #britishclassic #ebiblio

Hola lectores! Cono están?
Hoy les voy a reseñar la segunda parte de Crónica de los Cazalet de Elizabeth Jane Howard.
En esta segunda parte ya estamos en pleno desarrollo de la II Guerra Mundial, y viviremos junto a esta gran familia (por su tamaño) los bombardeos alemanes de Londres durante el año 1940, y veremos cómo la guerra atraviesa la vida de cada uno de los integrantes de la familia Cazalet.
Este libro, al igual que el primero, es una delicia de lectura, presenta de manera muy interesante cómo era la vida de una familia británica durante los primeros años de la II Guerra Mundial, en el campo y en la ciudad de Londres.
Vuelvo a recomendar que lean esta saga que es un placer de lectura.
Mi puntaje: 4 Marinas
hopeful reflective sad slow-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Complicated
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes

In questo secondo volume leggiamo le vicende della famiglia Cazalet durante il tempo dell'attesa.

E si tratta di un'attesa su più livelli.
C'è l'attesa che balza subito agli occhi, quella passata alla storia: l'attesa di una guerra che si avvicina sempre di più, di un nemico senza volto che si affolla sul continente e che prima o poi potrebbe tentare di invadere l'Inghilterra. L'attesa delle sirene che annunciano gli attacchi aerei, l'attesa delle bombe che possono o non possono cadere su di loro.

C'è l'attesa, più legata invece alla storia narrata, dei membri della famiglia partiti al fronte.
Rupert e Edward, ma anche Raymond, anche il marito di Diana, anche il pittore Michael che comincerà a gravitare intorno a Louise. Tutti partiti dalle loro case per andare in guerra, tutti strappati ai loro cari. Lontani, con poche comunicazioni frammentarie a legarli ancora alle famiglie: qualche telefonata, qualche lettera, ogni tanto una licenza.
C'è quest'attesa, e c'è il modo in cui le singole persone l'affrontano.

E poi abbiamo un'attesa meno letterale, e più strettamente collegata alla novità di questo secondo volume.
Già, novità. Perché se nel primo non risaltava alcun personaggio sopra gli altri, e la narrazione era corale, qui si isolano tre voci che assurgono al ruolo di protagoniste: Louise, Clary e Polly.
Le tre cugine ci forniscono punti di vista chiaramente differenti (un po' per i caratteri diversi delle ragazze, un po' perché Louise ormai vive fuori casa ed è decisa a inseguire il suo sogno di diventare un'attrice, mentre le altre due sono ancora rinchiuse in Home Place con tutti coloro che non sono al fronte, al lavoro o al college).
Ma in tutti i loro capitoli riecheggia l'attesa.
L'attesa che l'adolescenza finisca, l'attesa di non essere più in quella zona grigia nella quale si è troppo grandi per fare ciò che si faceva un tempo, ma allo stesso tempo troppo piccoli per essere trattati da adulti. Un'attesa peggiorata dall'attesa della guerra, che soprattutto a chi è rimasto a Home Place ha complicato enormemente la vita, quasi come avesse fermato il tempo intrappolando Polly e Clary in un limbo infinito.

Ci sono sempre comunque i capitoli corali, con le voci che si inseguono e ci mostrano la situazione da ogni angolazione possibile, frammentando la narrazione come un caleidoscopio, e restituendoci ancora una volta la certezza di avere a che fare con persone vive e reali, non con personaggi fittizi creati dalla mente di una scrittrice.
Tutti, nessuno escluso, ha una sua dimensione, una profondità, un suo carattere.
Dal pessimo Edward alla moglie Viola, che verrebbe da dire si siano trovati alla perfezione; dalle prozie alla cuoca e all'autista, dai bambini alle zie, dai comprimari a Sid.

Un viaggio emozionante in un'Inghilterra sotto attacco, che ci ricorda che anche in tempo di guerra la vita va avanti e le famiglie devono trovare ugualmente il modo di continuare a esistere come prima.

**** : La guerre a éclaté. Une partie de la famille se réfugie à Home Place dirigé de main de maître par la Duche. Les enfants grandissent : les aînés tentent de vivre leurs rêves malgre la guerre; les plus jeunes partagés entre la réalité et l'insouciance de leur âge. On retrouve la finesse et l'humour du premier tome.