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ems1602's review
challenging
hopeful
reflective
sad
slow-paced
4.0
Started this book over a year ago, stopped at page 35. Felt I wasn’t in a good enough place to read it.
Finished it today. This book was a recommendation from the shop keeper, after I had asked for something with light in it.
This book feels like an afternoon spent under the branches of a tree; luminous at times, too bright to keep your eyes open, and you get lost figuring out shapes in the clouds of the author’s thoughts. I resonated with her relationship to language; writing; memory.
This memoir feels like a delicate watercolor.
Finished it today. This book was a recommendation from the shop keeper, after I had asked for something with light in it.
This book feels like an afternoon spent under the branches of a tree; luminous at times, too bright to keep your eyes open, and you get lost figuring out shapes in the clouds of the author’s thoughts. I resonated with her relationship to language; writing; memory.
This memoir feels like a delicate watercolor.
Content Warnings
Graphic: Suicidal thoughts, Suicide attempt, and Suicide
tinaromi's review against another edition
challenging
dark
emotional
informative
reflective
slow-paced
3.75
annaoutloud's review against another edition
4.0
This book was a slow starter for me. As we got deeper into her memoir, the beautiful and sad prose really pulled me in.
emilyandherbooks's review against another edition
Emily and her books
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Trigger warning: depressione, suicidio
« Provare sentimenti in una lingua d'adozione è difficile, ma farlo nella mia lingua natale mi è impossibile. »
È difficile scrivere una recensione riguardo a [b:Caro amico dalla mia vita scrivo a te nella tua|42816695|Caro amico dalla mia vita scrivo a te nella tua|Yiyun Li|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1542289555l/42816695._SY75_.jpg|50666145] dato il peso che ha questa lettura. L'autrice [a:Yiyun Li|148348|Yiyun Li|https://s.gr-assets.com/assets/nophoto/user/u_50x66-632230dc9882b4352d753eedf9396530.png] ha scritto questo memoir ha scritto questo memoir in seguito ai due tentativi di suicidio avvenuti nel 2012..
Ho deciso di evitare di dare un voto al libro, invece vorrei condividere con voi le sensazioni che ha suscitato in me.
Ho faticato a leggerlo: all’inizio pensavo fosse perché non riuscivo a concentrarmi."Forse non ho il giusto livello di attenzione? Sono io stupida che non riesco a stare dietro allo stile dell'autrice?" La lettura continuava e io facevo sempre più fatica, finché una mattina mi sono alzata e ho passato l'intera giornata con un peso al petto. Nonostante io pensassi di non comprendere ciò che stavo leggendo, avevo assimilato nel profondo ciò che provava l’autrice.
Ho pensato di non finire il libro. Non era possibile che io stessi così male per una lettura. Ho deciso, però, di non demordere. La seconda metà del libro è risultata più “comprensibile” e ho ritrovato anche serenità nel leggerlo. Proprio come l’autrice, man mano che prosegue nella scrittura, ritrova un senso alla sua esistenza, al suo essere lettrice e scrittrice.
Yiyun Li ci racconta episodi di vita quotidiana, ricordi d’infanzia e le letture dei suoi autori preferiti: Katherine Mansfield, di cui il titolo è una citazione ai suoi diari, Nabokov, George Eliot, Turgenev… A piccoli sprazzi comprendiamo che gran parte della sua sofferenza proviene dall’infanzia e dai rapporti familiari, ma c’è anche un senso di inadeguatezza nel suo essere scrittrice, difficoltà nel capire quale sia la sua identità divisa fra Cina e Stati Uniti.
Non approfondirà queste sofferenze né cercherà di trovare una soluzione: forse perché non vuole, forse perché non c'è una vera soluzione al suo malessere. Il suo memoir si rivela non solo uno sguardo al periodo più buio della sua vita, ma anche un elogio alla lettura: leggere e “conversare” con autori lontani come fuga dal presente, ma anche come sostegno.
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Trigger warning: depressione, suicidio
« Provare sentimenti in una lingua d'adozione è difficile, ma farlo nella mia lingua natale mi è impossibile. »
È difficile scrivere una recensione riguardo a [b:Caro amico dalla mia vita scrivo a te nella tua|42816695|Caro amico dalla mia vita scrivo a te nella tua|Yiyun Li|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1542289555l/42816695._SY75_.jpg|50666145] dato il peso che ha questa lettura. L'autrice [a:Yiyun Li|148348|Yiyun Li|https://s.gr-assets.com/assets/nophoto/user/u_50x66-632230dc9882b4352d753eedf9396530.png] ha scritto questo memoir ha scritto questo memoir in seguito ai due tentativi di suicidio avvenuti nel 2012..
Ho deciso di evitare di dare un voto al libro, invece vorrei condividere con voi le sensazioni che ha suscitato in me.
Ho faticato a leggerlo: all’inizio pensavo fosse perché non riuscivo a concentrarmi."Forse non ho il giusto livello di attenzione? Sono io stupida che non riesco a stare dietro allo stile dell'autrice?" La lettura continuava e io facevo sempre più fatica, finché una mattina mi sono alzata e ho passato l'intera giornata con un peso al petto. Nonostante io pensassi di non comprendere ciò che stavo leggendo, avevo assimilato nel profondo ciò che provava l’autrice.
Ho pensato di non finire il libro. Non era possibile che io stessi così male per una lettura. Ho deciso, però, di non demordere. La seconda metà del libro è risultata più “comprensibile” e ho ritrovato anche serenità nel leggerlo. Proprio come l’autrice, man mano che prosegue nella scrittura, ritrova un senso alla sua esistenza, al suo essere lettrice e scrittrice.
Yiyun Li ci racconta episodi di vita quotidiana, ricordi d’infanzia e le letture dei suoi autori preferiti: Katherine Mansfield, di cui il titolo è una citazione ai suoi diari, Nabokov, George Eliot, Turgenev… A piccoli sprazzi comprendiamo che gran parte della sua sofferenza proviene dall’infanzia e dai rapporti familiari, ma c’è anche un senso di inadeguatezza nel suo essere scrittrice, difficoltà nel capire quale sia la sua identità divisa fra Cina e Stati Uniti.
Non approfondirà queste sofferenze né cercherà di trovare una soluzione: forse perché non vuole, forse perché non c'è una vera soluzione al suo malessere. Il suo memoir si rivela non solo uno sguardo al periodo più buio della sua vita, ma anche un elogio alla lettura: leggere e “conversare” con autori lontani come fuga dal presente, ma anche come sostegno.
vjy's review against another edition
3.0
2.5/5, 3 if giving full stars
TW: suicide
I don't think this rating encompasses entirely how I feel about this book - I'm not sure it's so much a fault with the book or the writing, but my understanding of it. Li writes very lyrically, abstractly, amorphously - she often makes references to how what is unsaid is more important than what is expressed, and she makes use of this in her own writing. Many themes reappear throughout the text - writing as a form of expression, selfishness, innocence, language, being seen/read, being a reader, what is real/unreal, honestly too many themes to name. What grounds the book is her two hospital visits as well as her musings on suicide and the desire to no longer exist - in the afterword she says her writing is not necessarily meant to be coherent or consistent, she writes as "an anchor when solidness cannot be felt." I liked her first essay (the titular essay), the most (if I were just rating that essay alone, 5/5). I think she is most direct there, and the gaps she leaves are easier to fill. In the rest of the essays, she draws heavily on the text and ideas of other writers, and I think that is where it becomes harder for me to bridge what she has left unsaid - either due to my lack of context, or perhaps on purpose.
She has a sort of obsession with other writers' letters, and although these are not letters because they were written to be read, they have that vulnerability and intimacy. You feel as if you are reading something never meant to be made public, and for all she writes about wanting privacy, this makes the intrusion even more pronounced. She writes about how when characters are so incoherent they give the feeling they must be a real person - this is how I felt about Li. Oftentimes her writing seemed so strange, her thoughts so confusing to me, that I had no doubt that she was real, and I was receiving her thoughts with no editorialization.
To conclude, the rating is because I felt like I couldn't understand this book in the way it was meant to be read, hopefully I can return to it someday.
TW: suicide
I don't think this rating encompasses entirely how I feel about this book - I'm not sure it's so much a fault with the book or the writing, but my understanding of it. Li writes very lyrically, abstractly, amorphously - she often makes references to how what is unsaid is more important than what is expressed, and she makes use of this in her own writing. Many themes reappear throughout the text - writing as a form of expression, selfishness, innocence, language, being seen/read, being a reader, what is real/unreal, honestly too many themes to name. What grounds the book is her two hospital visits as well as her musings on suicide and the desire to no longer exist - in the afterword she says her writing is not necessarily meant to be coherent or consistent, she writes as "an anchor when solidness cannot be felt." I liked her first essay (the titular essay), the most (if I were just rating that essay alone, 5/5). I think she is most direct there, and the gaps she leaves are easier to fill. In the rest of the essays, she draws heavily on the text and ideas of other writers, and I think that is where it becomes harder for me to bridge what she has left unsaid - either due to my lack of context, or perhaps on purpose.
She has a sort of obsession with other writers' letters, and although these are not letters because they were written to be read, they have that vulnerability and intimacy. You feel as if you are reading something never meant to be made public, and for all she writes about wanting privacy, this makes the intrusion even more pronounced. She writes about how when characters are so incoherent they give the feeling they must be a real person - this is how I felt about Li. Oftentimes her writing seemed so strange, her thoughts so confusing to me, that I had no doubt that she was real, and I was receiving her thoughts with no editorialization.
To conclude, the rating is because I felt like I couldn't understand this book in the way it was meant to be read, hopefully I can return to it someday.
naddie_reads's review against another edition
4.0
Written while Yiyun Li was in the throes of depression, Li's memoir reads like essays to herself and to readers as she reflects on her experience with depression, her writing and how it relates to her lack of nationalist feelings towards her home country, her preference for writing in English rather than in Chinese, her family and their influence on her, and the books she has read over the years which has shaped her outlook and her sense of self.
This is a fascinating look into the psyche of a writer who has written candidly on the above subjects (and it's not an easy read due to said subjects), and it's an illuminating read if you're a fan of Yiyun Li's fiction books. I loved The Book of Goose and I'm looking forward to make my way through Must I Go & Where Reasons End.
This is a fascinating look into the psyche of a writer who has written candidly on the above subjects (and it's not an easy read due to said subjects), and it's an illuminating read if you're a fan of Yiyun Li's fiction books. I loved The Book of Goose and I'm looking forward to make my way through Must I Go & Where Reasons End.