reflective slow-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: No
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

Just can't get into this book. Might have to give up on it...
emotional hopeful reflective sad medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Flaws of characters a main focus: Yes

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challenging dark emotional slow-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: No
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

McEwan really is one of the masters of contemporary realism. Writing in the wake of the Sept 11 attacks in the build up to the all out war on terror, McEwan successfully navigates a passage between global, transnational terrorism and personal terror. Narrating a single day in the life of the protagonist, McEwan carefully interweaves each element of the story, masterfully connecting them into the final confrontation and beyond. Though at times the strong reliance on neurosurgical terminology was numbing, in the end, the story is compelling, emotive, and engrossing.

Einaudi sa sempre come fregarmi.
Leggiamo la quarta di copertina:

«In una Londra turbata dall'ansia di nuovi attacchi terroristici dopo l'Undici Settembre, una violenza improvvisa rischia di sconvolgere l'esistenza tranquilla di Henry Perowne, neurochirurgo, e della sua famiglia. Ventiquattr'ore a perdifiato per salvare tutto ciò che ha di più caro.»

Quando tu leggi "ansia", "terrorismo", "violenza", "ventiquattr'ore a perdifiato per salvare tutto ciò che ha di più caro", tu – che non hai mai letto niente di McEwan al di là de L'inventore di sogni, ma ne conosci la fama e sei pieno di speranze – ti aspetti un romanzo ansiogeno, ricco di colpi di scena, che ti catturi dall'inizio alla fine.
Il titolo stesso, Sabato, sottolinea che si tratta di un giorno, ventiquattr'ore. Avete idea di quanto può essere lirico ed emozionante un solo e unico giorno in mano a un bravo scrittore? Ma non è questo il caso.

Questo libro è una palla, e la quarta di copertina è una fregatura. L'ansia da attacchi terroristici c'è, ma è in sottofondo: è un aereo che cade in fiamme, una manifestazione, una discussione politica, qualche riflessione sporadica. La violenza non è così violenta. E non esistono le ventiquattr'ore a perdifiato: saranno un'ora massimo, ridotte a un capitolo – il capitolo quattro, per la precisione – in cui avviene qualcosa di interessante (e un preannuncio al capitolo due, al che tu capisci già a pagina 80 cosa significa "perdifiato" e ti arrendi allo scorrere degli eventi). Il resto va al rallentatore, ti manca il fiato perché McEwan dilata ogni singolo attimo pur di buttarci qualche pensiero – e il risultato è innaturale, ripeto, sembra che un secondo duri un'ora.

Lo schema che segue è più o meno questo:
1) Azione/Battuta/Oggetto;
2) Riflessione di n pagine sulla singola Azione/Battuta/Oggetto;
3) Azione successiva/Piccolo dialogo/Passo avanti;
4) Riflessione di n alla n pagine su Azione successiva/Piccolo dialogo/Passo avanti;
5) Conclusione scena.

I primi tre capitoli sono interminabili. Il quarto raggiunge velocità non dico normali ma quasi, il che significa che leggi teso come una corda di violino (e forse in questo caso è una buona cosa). Il quinto è interessante, ma finisce per sbrodolarsi e tornare al livello dei primi capitoli (ma anche qui è più tollerabile).

McEwan però ha la mia stima perché nei ringraziamenti dice di aver osservato un neurochirurgo al lavoro per due anni, e si vede: il linguaggio usato durante le operazioni o i ricordi di operazioni è specifico. Così tanto che: a) capisci che le serie tv americane sono scemenze; b) ti perdi perché non capisci che significa metà dei termini usati.
Poi c'è qualche scena e qualche riflessione bella, ma il carattere è così generale che non ne vale la pena. Se potessi tornare indietro, non leggerei questo libro. Mi ha dato veramente poco – semmai mi ha tolto del tempo, tempo che potevo dedicare ad altre cose (e qui partirebbe il discorso: "Ma se non ti piaceva non lo leggevi, no?", a cui rispondo che non sono capace di abbandonare libri e mi odio per questo).
Non c'è niente di lirico né a perdifiato in questo Sabato. Solo noia, il quotidiano che si rotola nella banalità, con un accenno di "violenza improvvisa" che non salva il resto del libro.
dark reflective slow-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes
tense medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Complicated
Loveable characters: No

I found some of the very detailed sections a bit tedious, but an impressive achievement and incredibly tense towards the end.

A fluent and compassionate, though perhaps a little trite, tale of modern moral ambiguities.

Keeping the high McEwan niveau the book deals with the usual setting: the seemingly peaceful and harmonious life of the protagonist is threatened to be shattered in the blink of an eye by a chance encounter and its violent consequences. The actual narrative covers one day, but whole personalities and complete life stories enfold in front of our eyes in McEwan's observant and analytic, but simultaneously poetic tale of aging. The descriptions of political debates over the necessity of war create the all-too familiar picture of the anxieties of our age while the detailed insights into the neurosurgical procedures provide a possible escape and symbolize a certainty to hold on to in such times of turmoil. Beautifully and intelligently written (again), deserrving read.