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emilija_kava's review against another edition
emotional
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? Yes
2.5
bethany_t's review against another edition
5.0
This book was a joy to read. It was interesting to go on a journey with the main character, Joan, literally and figuratively, as she analyzes her life while awaiting a train home. It was tragic to see her realize just how much she's controlled the people in her life and isolated them and, ultimately, herself. It was difficult to read in that you felt as uncomfortable as Joan as she slowly comes to grips with certain things about her life.
The ending was quite a surprise that left me extremely emotional (and I may have thrown the book in frustration). Any book that can evoke such a response is definitely worth reading. I can't recommend this book enough.
The ending was quite a surprise that left me extremely emotional (and I may have thrown the book in frustration). Any book that can evoke such a response is definitely worth reading. I can't recommend this book enough.
heerpurohit's review against another edition
adventurous
challenging
emotional
reflective
tense
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.5
mon_ique's review against another edition
The type of book to make you overthink.
An intriguing question of a book, yet the underlying sadness is truly chilling.
Will I try to finish this another year? Perhaps. Perhaps not.
An intriguing question of a book, yet the underlying sadness is truly chilling.
Will I try to finish this another year? Perhaps. Perhaps not.
doma_22's review against another edition
4.0
La Christie non ha scritto solo gialli nella sua vita ma anche romanzi rosa con lo pseudonimo di Mary Westmacott, e che io non avevo ancora preso in considerazione e benché lo sapessi non avevano attirato la mia curiosità.
Grazie ala scelta di leggere più libri di un autore, per diversificare, ne ho scelto uno, direi proprio a caso e con mia grande sorpresa mi ha stupito. Non lo considererei nemmeno un vero e proprio romanzo rosa questo libro, Il deserto del cuore, ma una sorta di diario di introspezione, un viaggio nell'io della protagonista, della sua vita, delle sue scelte.
Un viaggio interiore che si svolge in Joan Scudamore mentre è in viaggio da Baghdad di rientro in Inghilterra. Rimasta bloccata in una rest house nel mezzo del nulla, del deserto, aspettando un treno rimasto bloccato per colpa delle piogge insistenti, non le resta altro da fare che pensare tra un pasto e l'altro, i soli punti fissi che delimitano le lunghe giornate.
Una volta che ha esaurito i libri che aveva con se, inizia a ripensare l dialogo avuto appena pochi giorni prima con una sua vecchia amica e compagna di scuola. Da quelle parole, la sua mente inizia a tornare indietro nel tempo, ma anche ad approfondire i reali rapporti col marito, con i tre figli, a come li ha cresciuti ed educati, a come si sono comportati con loro.... Quello che ne esce fuori però è una verità falsata, piena di ipocrisie, di legami non così solidi come vorrebbe credere. E la delusione, la paura, lo sconforto la assalgono, tanto quasi da "farla impazzire ed ammalare".
Perché si, in fin dei conti, Joan è un tantino ipocrita, la sua è una vita fatta di apparenze, solo quelle contano realmente: pensa di aver cresciuto i figli come si deve, sono educati, corretti ma hanno mai ricambiato il suo amore? Sembrerebbe di no visto che appena hanno potuto sono fuggiti via, liberandosi da "quel finto" amore, da quelle apparenze. Lo stesso vale per il marito. Lei lo ha amato con dedizione, lo ha aiutato a fare le scelte giuste eppure, avendolo lontano e pensando alle loro conversazioni, ecco che di nuovo il dubbio l'assale e comprende di avergli fatto fare delle scelte dettate dalla posizione sociale piuttosto che dal vero amore. Di sicuro meglio avere un marito avvocato, ricco, con ottime amicizie che un povero agricoltore, sempre stanco e con pochi soldi per tirare avanti. Eppure le mezze frasi del marito, le frasi allusive dovevano farle capire che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Tutte queste paure e l'isolamento la inducono a cambiare, a migliorare e parlare apertamente con il marito ma una volta che rientra nella civiltà, in mezzo alla gente, con l'arrivo del treno e il ritorno in patria, alla sua casa, alle sue abitudini, ecco che i buoni propositi vengono meno gradualmente, il ricordo di quei momenti di riflessione inizia a svanire e tutto torna come prima.
Una storia particolare in cui la scrittrice ci mostra quanto le apparenze, molte volte contano più di una vita reale fatta di veri valori, dell'amore, di un dialogo aperto e non falsato, e di come le paure ci inducano a voler cambiare ma che alla fine, quando tutto passa, passano anche le buone intenzioni.
La scrittrice è perfetta nel descrivere i vari stati d'animo della protagonista, nei minimi dettagli, facendo percepire al lettore, a volte, le sue sensazioni, trasmettendogli il suo "nervosismo".
Grazie ala scelta di leggere più libri di un autore, per diversificare, ne ho scelto uno, direi proprio a caso e con mia grande sorpresa mi ha stupito. Non lo considererei nemmeno un vero e proprio romanzo rosa questo libro, Il deserto del cuore, ma una sorta di diario di introspezione, un viaggio nell'io della protagonista, della sua vita, delle sue scelte.
Un viaggio interiore che si svolge in Joan Scudamore mentre è in viaggio da Baghdad di rientro in Inghilterra. Rimasta bloccata in una rest house nel mezzo del nulla, del deserto, aspettando un treno rimasto bloccato per colpa delle piogge insistenti, non le resta altro da fare che pensare tra un pasto e l'altro, i soli punti fissi che delimitano le lunghe giornate.
Una volta che ha esaurito i libri che aveva con se, inizia a ripensare l dialogo avuto appena pochi giorni prima con una sua vecchia amica e compagna di scuola. Da quelle parole, la sua mente inizia a tornare indietro nel tempo, ma anche ad approfondire i reali rapporti col marito, con i tre figli, a come li ha cresciuti ed educati, a come si sono comportati con loro.... Quello che ne esce fuori però è una verità falsata, piena di ipocrisie, di legami non così solidi come vorrebbe credere. E la delusione, la paura, lo sconforto la assalgono, tanto quasi da "farla impazzire ed ammalare".
Perché si, in fin dei conti, Joan è un tantino ipocrita, la sua è una vita fatta di apparenze, solo quelle contano realmente: pensa di aver cresciuto i figli come si deve, sono educati, corretti ma hanno mai ricambiato il suo amore? Sembrerebbe di no visto che appena hanno potuto sono fuggiti via, liberandosi da "quel finto" amore, da quelle apparenze. Lo stesso vale per il marito. Lei lo ha amato con dedizione, lo ha aiutato a fare le scelte giuste eppure, avendolo lontano e pensando alle loro conversazioni, ecco che di nuovo il dubbio l'assale e comprende di avergli fatto fare delle scelte dettate dalla posizione sociale piuttosto che dal vero amore. Di sicuro meglio avere un marito avvocato, ricco, con ottime amicizie che un povero agricoltore, sempre stanco e con pochi soldi per tirare avanti. Eppure le mezze frasi del marito, le frasi allusive dovevano farle capire che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Tutte queste paure e l'isolamento la inducono a cambiare, a migliorare e parlare apertamente con il marito ma una volta che rientra nella civiltà, in mezzo alla gente, con l'arrivo del treno e il ritorno in patria, alla sua casa, alle sue abitudini, ecco che i buoni propositi vengono meno gradualmente, il ricordo di quei momenti di riflessione inizia a svanire e tutto torna come prima.
Una storia particolare in cui la scrittrice ci mostra quanto le apparenze, molte volte contano più di una vita reale fatta di veri valori, dell'amore, di un dialogo aperto e non falsato, e di come le paure ci inducano a voler cambiare ma che alla fine, quando tutto passa, passano anche le buone intenzioni.
La scrittrice è perfetta nel descrivere i vari stati d'animo della protagonista, nei minimi dettagli, facendo percepire al lettore, a volte, le sue sensazioni, trasmettendogli il suo "nervosismo".
shazzea's review against another edition
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? Yes
2.75
srivalli's review against another edition
5.0
Joan Scudamore is on her way back to London after visiting her daughter in Iraq. The heavy rains wash away the railway lines, leaving her stranded in an isolated rest house (pretty much in the middle of nowhere). Of course, the rest house is managed decently well, and Joan doesn’t have to worry about her safety or food.
However, she has too much time on her hands. A woman used to being busy at all times finds herself doing nothing. Her meeting with Blanche, her childhood friend, before being stranded puts her in a contemplative mood. As Joan thinks back about her seemingly perfect life with a happy and successful husband and lovely kids, she realizes that the truth is different from her perception.
Joan doesn’t want to accept this new view of her life, but she can’t help it. The more her unease grows, the more she realizes that her idea of perfect might have done more harm than good. Was Joan a competent and wise woman with a good head on her shoulders, or was she someone people endured for the sake of it?
As a diehard fan of Christie, I extend the same love to the books she wrote as Mary Westmacott. These are more personal, introspective, and heavy with melancholy. Absent in the Spring is hard to categorize into a particular genre. Those who put it in romance couldn’t have been more wrong. Drama comes closest, I suppose.
The first 30-40 pages are enough to give us an idea about the theme. We know the direction the story will take. We even know what it’ll do to the lead character, Joan. But we still want to see if our assessment is right or not.
To be honest, I’m not sure how to review this one. It’s bittersweet; frustrating at times because you cannot help but want to shake some sense into Joan. Annoying at times when Joan does nothing but delay her introspection. Yet, it is compelling because you can’t help but continue reading to see if she’ll notice and realize what you did.
You can’t wait for the ending because you hope for a positive beginning but know deep down that it may not happen. Oh, you’ll come to hate Joan, pity her, and even hope for her. But can you love her?
To sum up, Absent in the Spring is a must-read if you like analyzing characters and people. It is a must-read if you want to go introspect on your life and look at it from another perspective. The book has given me greater satisfaction than some of her mystery novels (and I’m saying this as a fan of the author and a mystery lover).
*****
P.S: A reviewer mentioned Christie called this book her most satisfying work, and I can see why.
*****
PPS: I read the paperback and can say that it did make a difference to my reading experience.
However, she has too much time on her hands. A woman used to being busy at all times finds herself doing nothing. Her meeting with Blanche, her childhood friend, before being stranded puts her in a contemplative mood. As Joan thinks back about her seemingly perfect life with a happy and successful husband and lovely kids, she realizes that the truth is different from her perception.
Joan doesn’t want to accept this new view of her life, but she can’t help it. The more her unease grows, the more she realizes that her idea of perfect might have done more harm than good. Was Joan a competent and wise woman with a good head on her shoulders, or was she someone people endured for the sake of it?
As a diehard fan of Christie, I extend the same love to the books she wrote as Mary Westmacott. These are more personal, introspective, and heavy with melancholy. Absent in the Spring is hard to categorize into a particular genre. Those who put it in romance couldn’t have been more wrong. Drama comes closest, I suppose.
The first 30-40 pages are enough to give us an idea about the theme. We know the direction the story will take. We even know what it’ll do to the lead character, Joan. But we still want to see if our assessment is right or not.
To be honest, I’m not sure how to review this one. It’s bittersweet; frustrating at times because you cannot help but want to shake some sense into Joan. Annoying at times when Joan does nothing but delay her introspection. Yet, it is compelling because you can’t help but continue reading to see if she’ll notice and realize what you did.
You can’t wait for the ending because you hope for a positive beginning but know deep down that it may not happen. Oh, you’ll come to hate Joan, pity her, and even hope for her. But can you love her?
“You are alone and you will always be. But, please God, you’ll never know it.”
To sum up, Absent in the Spring is a must-read if you like analyzing characters and people. It is a must-read if you want to go introspect on your life and look at it from another perspective. The book has given me greater satisfaction than some of her mystery novels (and I’m saying this as a fan of the author and a mystery lover).
*****
P.S: A reviewer mentioned Christie called this book her most satisfying work, and I can see why.
*****
PPS: I read the paperback and can say that it did make a difference to my reading experience.
zsofiaromvari's review against another edition
emotional
reflective
fast-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.25
queenb13's review against another edition
reflective
sad
slow-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.25
esszeegee's review against another edition
emotional
hopeful
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.25