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diffrazioni's reviews
396 reviews
La grazia del demolitore by Fabio Bartolomei
3.0
Condivido in toto questa recensione di Orsodimondo
https://www.goodreads.com/review/show/1742623380?book_show_action=false&from_review_page=1LA GRAZIA DELLO SCRITTORE
https://www.goodreads.com/review/show/1742623380?book_show_action=false&from_review_page=1LA GRAZIA DELLO SCRITTORE
Check-point by Jean-Christophe Rufin
3.0
Davvero i servizi segreti francesi erano in buoni rapporti con Arkan, uno dei peggiori criminali protagonisti delle guerre nella ex Iugoslavia degli anni '90? Quello di Arkan mi pare sia l'unico riferimento a un personaggio veramente esistito, in tutto il romanzo, quindi non credo che Rufin l'abbia inserito per caso.
A dire che questo romanzo mi ha fatto fare un tuffo nel passato recente e ancora aperto: noi europei, e i nostri governi innanzitutto, ancora non abbiamo fatto i conti con questa guerra che abbiamo avuto in casa. Da questo punto di vista, «Check-point» mi è piaciuto molto, anche se ho trovato a tratti banali alcune riflessioni sul senso dell'umanitario. Non credo che tutti gli operatori siano gente un po' sbandata, con le idee politiche poco chiare, ma animate da buoni sentimenti: molti avevano il quadro della situazione più affidabile di quella dei cinque protagonisti del romanzo di Rufin.
Ma se lo devo interpretare alla luce della post-fazione che lo stesso Rufin ha scritto, allora lo trovo un po' deludente. Non ho visto, in questo racconto, i molti riferimenti all'attualità che l'autore ha dichiarato nello scritto finale. Sono cambiate molte cose, da allora, e a me questo romanzo non ha parlato dell'oggi. Resta, questa sì, la politica estera delle più grandi potenze mondiali, che è cinica, lontana dal rispetto dei diritti umani e, fondamentalmente, stupida e autolesionista.
A dire che questo romanzo mi ha fatto fare un tuffo nel passato recente e ancora aperto: noi europei, e i nostri governi innanzitutto, ancora non abbiamo fatto i conti con questa guerra che abbiamo avuto in casa. Da questo punto di vista, «Check-point» mi è piaciuto molto, anche se ho trovato a tratti banali alcune riflessioni sul senso dell'umanitario. Non credo che tutti gli operatori siano gente un po' sbandata, con le idee politiche poco chiare, ma animate da buoni sentimenti: molti avevano il quadro della situazione più affidabile di quella dei cinque protagonisti del romanzo di Rufin.
Ma se lo devo interpretare alla luce della post-fazione che lo stesso Rufin ha scritto, allora lo trovo un po' deludente. Non ho visto, in questo racconto, i molti riferimenti all'attualità che l'autore ha dichiarato nello scritto finale. Sono cambiate molte cose, da allora, e a me questo romanzo non ha parlato dell'oggi. Resta, questa sì, la politica estera delle più grandi potenze mondiali, che è cinica, lontana dal rispetto dei diritti umani e, fondamentalmente, stupida e autolesionista.
The Prince of Mathematics: Carl Friedrich Gauss by M.B.W. Tent
4.0
The story of Gauss is amazing, and to tell it as a fiction is a good idea. This book is a combination of these two elements, and the result is very good.
Il matematico indiano by Delfina Vezzoli, David Leavitt
3.0
Il «matematico indiano» del titolo è Ramanujan, a cui sono state dedicate ormai numerose opere, incluso un film del 2015 di Matt Brown con Dev Patel e Jeremy Irons. Leavitt mescola molti fatti reali con altrettanta finzione. Il vero protagonista, però, non è Ramanujan, bensì G.H. Hardy, il professore di Cambridge che riceve una lettera dal giovane indiano e decide di farlo venire da lui, al Trinity College. Leavitt racconta la vicenda di questo accademico e, soprattutto tramite lui, il genio e l'infelicità di Ramanujan. Le pagine sono molte, ma il periodo raccontato è quasi esclusivamente quello dalla ricezione della prima lettera da parte di Hardy al ritorno in India del matematico. Così facendo, il libro racconta la Cambridge dei grandi intellettuali - tra cui Russell e Keynes - gli anni della I Guerra Mondiale, il clima della Londra di quegli anni. Lo si può leggere per conoscere la vita di Ramanujan, come una sua biografia, perché in quelle parti Leavitt è molto accurato e, in ogni modo, in un'appendice a fondo libro spiega cosa ha inventato e cosa no (e illustra con chiarezza le fonti usate)