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Siddhártha

Hermann Hesse

3.83 AVERAGE


om.
adventurous challenging mysterious reflective medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

Hermann Hesses Siddhartha ist ein Buch, das sehr unterschiedliche Reaktionen hervorruft. Manche finden darin eine zeitlose spirituelle Tiefe, andere kritisieren es als westliche Verzerrung oder sogar Aneignung des Buddhismus. Beide Perspektiven sind für mich nachvollziehbar. 

Hesse hat in einer Zeit geschrieben, in der weniger und auch oft verzerrtes Wissen über Indien und Buddhismus verfügbar war. Das Buch ist sicher keine zuverlässige Darstellung buddhistischer Lehre. Dennoch wirkt es auf mich nicht herablassend oder exotisierend, sondern wie ein ernsthafter, poetischer Versuch, Fragmente östlicher Philosophie mit seinen eigenen Fragen nach Sinn, Selbst und Ganzheit zu verbinden. 

Als Bildungsroman folgt Siddhartha den klassischen Stationen der Selbstfindung: Jugend, Versuchung, Erkenntnis. Wie schon in Demian geht es um Integration verschiedener Lebensphasen und innerer Gegensätze, hier aber bis hin zu einer volleren Ganzheit. Besonders eindrucksvoll ist die Symbolik – allen voran der Fluss als Bild für Einheit und Gleichzeitigkeit – und die Prosa, die sich je nach Abschnitt verändert. Teilweise ist sie sehr repetitiv und starr, mal poetisch und voller Leben, und in anderen Abschnitten flach in Siddharthas Zeit der Verlorenheit.

Thematisch bleibt mir vor allem die Idee, dass Weisheit nicht lehrbar, sondern nur erfahrbar ist. Besonders interessant fand ich auch die psychologische Dimension, etwa in der Darstellung von Sucht und Schuld. Das ist nur kurz im Buch erwähnt, hat aber einen tiefen Einblick in die Gründe von Siddhartas Handeln gegeben.

Əsərin dilini sevdim. Oxuduqca zövq alırdım. Amma gözlədiyim qədər mənə çox şey qatan bir kitab olmadı. Burada yazılanları artıq hər yerdə motivasiya devizi olaraq görmək mümkündür. Lakin XX əsrin əvvəllərində bu cür əsər ortaya çıxaran H.Hesse ilə tanış olduğum üçün xoşbəxtəm.
hopeful inspiring reflective sad medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: N/A
Flaws of characters a main focus: Yes
challenging reflective medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
adventurous emotional hopeful inspiring reflective fast-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: No
reflective medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Complicated
Flaws of characters a main focus: Yes
adventurous challenging reflective slow-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Yes
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: N/A
Flaws of characters a main focus: Yes

"Che io non sappia nulla di me, che Siddhartha mi sia rimasto così estraneo e sconosciuto, questo dipende da una causa fondamentale, una sola: io avevo paura di me, ero in fuga da me stesso!"


Inizio questa recensione dicendo che non mi è dispiaciuto ma non mi ha fatto nemmeno impazzire.

Conosciamo Siddhartha che già dal principio ha delle tendenze spirituali nel riconoscere il proprio "Io" e le cose essenziali della vita, attraverso varie esperienze, iniziata con un maestro sciamano, del quale però non ne è soddisfatto. Con la comparsa del famoso Buddha, egli lascerà gli sciamani per recarsi nel luogo dove si trova lui, insieme al suo amico Gotama. Ma neanche Buddha riuscirà a soddisfare la sua sete di sapere, capendo che solo se stesso potrà farlo. Diventerà, infatti, l'amante di una cortigiana, Kamala, e un mercante. Queste esperienze lo porteranno a conoscere e ad essere affetto da vizi che egli tanto disprezzava.

Da come era iniziato non pensavo che fosse spiccicato a Narciso e Boccadoro, che ho letto prima di questo, ma che è stato scritto successivamente (1933). La storia è, praticamente, la stessa con Siddhartha al posto di Boccadoro e Gotama al posto di Narciso con la differenza che, in questo caso, c'è il buddismo e il finale è il contrario rispetto all'altro ma molto meno coinvolgente e più pieno di infiniti monologhi filosofici e ripetitivi che mi hanno annoiata. Verso la fine, infatti, quando ha riattaccato con la solita solfa, volevo chiuderlo e lasciarlo lì.

Ho notato, inoltre, che i personaggi maschili di questo autore, siano sempre dei "santi pensatori" ingenui e facilmente volubili e condizionabili, mentre le donne siano "la cattiva strada" per loro (vedi ragazza in riva al fiume). Mi ha infastidita non poco, in questo volume, maggiormente.

Ma poi il finale

3.5/4
devo iniziare dicendo che la prima parte o almeno le prime pagine le ho trovate molto noiose e poco scorrevoli, però quando dopo poco ci si abitua alla scrittura e alle vicende si inizia realmente a capire e ad apprezzare le riflessioni e i pensieri di Siddartha. Siddartha non sta cercando un om, un qualcosa di distante dalla nostra visione cristiana, Siddartha sta semplicemente cercando, come ogni uomo, il motivo e il fine della sua esistenza. Questo libro porta indubbiamente il lettore a porsi delle domande, a far crescere dei dubbi, ma attraverso la saggia figura del protagonista ognuno riusce, almeno alla fine, a darsi delle risposte. Siddartha non è speciale, speciale è il viaggio che compie e che lo porta a trovare il suo om, la sua verità. Oguno di noi è Siddartha, ognuno di noi compie peccati e poi ne compie altri per allontanarsi o per giustificare i primi, fino a quando arriva il momento in cui ci rendiamo conto che quei peccati in quel modo non finiranno, ma aumenteranno e si moltiplicheranno e solo in quel momento, quando ammetteremo a noi stessi di non essere realmente liberi, di dipendere sempre da persone o da oggetti, ricchezze o false illusioni solo allora impareremo a vivere la nostra esistenza influenzata solo dal nostro pensiero e dai nostri valori. DI questo libro mi porterò dietro sicuramente la storia ma anche e soprattutto alcune frasi: