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beccajdb's review against another edition
I read the bad reviews of this book and thought people were being a bit prissy, because the writing is sharp and smart at first. But that disappeared under a swamp of laddishness, awful and absurdly fantasised characterisation of the few women, and foul-mouthed silliness (his women have rustling stockings and curves, for crying out loud!).
Content Warnings
Graphic: Body horror, Sexual content, Sexism, Cannibalism, Cursing, Gore, and Blood
Minor: Cancer
ajkhn's review against another edition
3.0
There is a chance – a very good chance, I'd add – that I just don't really like funny jokes. The Hemon pacing, the beauty and horror of his work is still there. And it was nice to see him choose a protagonist from the North shore, for nothing if not the sheer difference of it.
But the Zombie Wars script never really did it for me, and of course the Bosnians are the scene stealers — I'm fascinated by Bega's denouement compared to other Hemon characters, and indeed Bega is the most interesting character in the book. Except for maybe Ana.
I'm glad I read it, and there are beautiful passages, but it's not my favorite work by Hemon. I'm simply not sure if that says more about me or him.
But the Zombie Wars script never really did it for me, and of course the Bosnians are the scene stealers — I'm fascinated by Bega's denouement compared to other Hemon characters, and indeed Bega is the most interesting character in the book. Except for maybe Ana.
I'm glad I read it, and there are beautiful passages, but it's not my favorite work by Hemon. I'm simply not sure if that says more about me or him.
crystalnoir's review against another edition
adventurous
funny
lighthearted
medium-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? No
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? It's complicated
3.25
ileniazodiaco's review against another edition
3.0
Joshua Levin è un bambinone mai cresciuto, frustrato dall’impossibilità di realizzare il sogno di diventare uno sceneggiatore, anche se ha appena attraversato la soglia dei trenta si sente sull’orlo del fallimento e scorrazza per tutta Chicago alla ricerca di sentimenti più alti della sua ricerca incessante di sesso facile.
Un protagonista così vittimista e piagnucoloso, deprecabile e fastidioso al livello dei personaggi di Jonathan Franzen, non poteva che infilarsi – per colpa sua principalmente – in un vespaio (con sommo godimento del lettore che assiste allo scatafascio). Hemon si diverte quindi a ricreare scene esilaranti che riflettono il profondo disagio emotivo e l’ansia sociale di Joshua, ma soprattutto la sua assoluta incapacità di comprendere emotivamente gli altri. A suo modo, questa storia gli servirà per farlo crescere, o almeno soffrire. È vero, tutti possiamo rispecchiarci nell’immaturità di Joshua, tanto più che certe situazioni ricordano vagamente la spassosa genuinità di Zerocalcare. Se non fosse che Joshua è molto più ossessionato dal sesso (pesantemente influenzato da Philip Roth, che viene anche citato) ed è così assorbito dai suoi stupidissimi problemi da:
- oggettificare qualsiasi donna gli capiti a tiro, appiattendo qualsiasi personalità femminile a una maggiore o minore procacità e disponibilità sessuale
- non rendersi conto di essere patetico e che i suoi problemi insignificanti sono nulla in confronto a quelli della comunità di immigrati bosniaci che frequenta.
In fuga dalla guerra, i bosniaci hanno una filosofia completamente opposta a quella dell’americanissimo Joshua: molto più pragmatica, rischiosa ed efficace. Ed è qui che il demenziale incontra il politico. Lo scontro culturale rende Joshua il vero straniero, la persona incapace di parlar chiaro e di farsi comprendere. Ancora più paradossale il fatto che faccia il professore di lingua inglese e insegni proprio ai bosniaci la lingua per integrarsi.
Irriverente e un filo provocatorio, Hemon riesce a colpire l’America post 11 Settembre con una storia arguta e scorrevolissima ma forse andava letto a suo tempo (non vi dico da quanto tempo giace nella mia libreria) perché di manic pixie dream girl e Scott Pilgrim ne abbiamo già letti e visti troppi.
Un protagonista così vittimista e piagnucoloso, deprecabile e fastidioso al livello dei personaggi di Jonathan Franzen, non poteva che infilarsi – per colpa sua principalmente – in un vespaio (con sommo godimento del lettore che assiste allo scatafascio). Hemon si diverte quindi a ricreare scene esilaranti che riflettono il profondo disagio emotivo e l’ansia sociale di Joshua, ma soprattutto la sua assoluta incapacità di comprendere emotivamente gli altri. A suo modo, questa storia gli servirà per farlo crescere, o almeno soffrire. È vero, tutti possiamo rispecchiarci nell’immaturità di Joshua, tanto più che certe situazioni ricordano vagamente la spassosa genuinità di Zerocalcare. Se non fosse che Joshua è molto più ossessionato dal sesso (pesantemente influenzato da Philip Roth, che viene anche citato) ed è così assorbito dai suoi stupidissimi problemi da:
- oggettificare qualsiasi donna gli capiti a tiro, appiattendo qualsiasi personalità femminile a una maggiore o minore procacità e disponibilità sessuale
- non rendersi conto di essere patetico e che i suoi problemi insignificanti sono nulla in confronto a quelli della comunità di immigrati bosniaci che frequenta.
In fuga dalla guerra, i bosniaci hanno una filosofia completamente opposta a quella dell’americanissimo Joshua: molto più pragmatica, rischiosa ed efficace. Ed è qui che il demenziale incontra il politico. Lo scontro culturale rende Joshua il vero straniero, la persona incapace di parlar chiaro e di farsi comprendere. Ancora più paradossale il fatto che faccia il professore di lingua inglese e insegni proprio ai bosniaci la lingua per integrarsi.
Irriverente e un filo provocatorio, Hemon riesce a colpire l’America post 11 Settembre con una storia arguta e scorrevolissima ma forse andava letto a suo tempo (non vi dico da quanto tempo giace nella mia libreria) perché di manic pixie dream girl e Scott Pilgrim ne abbiamo già letti e visti troppi.
codexmendoza's review against another edition
1.25
At a certain point I passed from grim disgust into just pure and total indifference. Hemon is clearly knowingly writing an unpleasant and gormless creature, but there really needs to be something within this sort of book beyond jokes about bodily emissions. I’ve been told he’s better than this, but this book is genuinely off-putting enough that I’m not sure I can even muster the energy to try.
shawntowner's review against another edition
4.0
This is not a zombie novel, despite the publicity stuff that declares it filled with sex and violence. There is some sex and a little violence, but this is really the story of a struggling writer trying to cope with his life falling apart. It's literary fiction wearing a genre fiction t-shirt. But it's Aleksander Hemon, so it's pretty damn good.
anatomydetective's review against another edition
1.0
A puerile piece full of dick jokes and annoying characters. I already own a copy of [b:The Lazarus Project|2574860|The Lazarus Project|Aleksandar Hemon|https://images.gr-assets.com/books/1444949025s/2574860.jpg|2587570] and now I'm worried it will also be terrible.
bibbo's review against another edition
3.0
Mixed bag for me. The general plot was interesting, and the ideas for various screenplays interspersed through the novel were often inspired. For me, the tone seemed off. There were some very funny sections, some more serious, but at times the narration seemed to be angry in a way that rang false. This get a 3 rating for me, but barely. 3 stars
drewsof's review against another edition
4.0
4.5 out of 5. Hemon is having a ball here and it's evident on nearly every page. People keep talking about how "unexpected" the humor is - but even if you go in now expecting it, you'll still laugh. There is a glee to the writing, a glee the author quite clearly felt, that makes it that much more fun for the reader. It might not be a life-changing novel or story about a serious topic - but not all novels need to be. Quote-unquote "serious" authors ought to follow Hemon's lead and have a little fun now and then. As he proves, you can still write something heartfelt and thoughtful while making people laugh. I almost feel a little spoiled that this was my first of his novels.
More at RB next week: http://ragingbiblioholism.com/2015/04/13/the-making-of-zombie-wars/
More at RB next week: http://ragingbiblioholism.com/2015/04/13/the-making-of-zombie-wars/