Reviews

The Story of a New Name by Elena Ferrante

nidanoorkhan's review against another edition

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adventurous challenging dark emotional reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? N/A
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

sarahpiu's review against another edition

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emotional tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

So much better than volume 1. The writing style evolved to fit a teenagers/young adult voice (I'm still very impressed by ferrante ability to adjust her writing style to fit the protagonists age) which makes it - to me - much more pleasong to read. I still dislike everybody - except Enzo - I still think that Lena & Lila's "friendship" is toxic, I HATE how Lena never adresses the fact that no man in their surrounding is better than a bear.  BUT I understand where they're coming from. And so I am not as frustrated as I was during volume 1 by their decisions, which again, made volume 2 a much pleasant read. Can't wait to start volume 3.

kittycat2302's review against another edition

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4.0

This was a lovely follow up to MY BRILLIANT FRIEND. One thing I love/hate about this saga is that it's written very much like one large book so far. Which means it ends abruptly, and begins abruptly. There isn't a nice segue at all. Which is ok- it definitely keeps me hooked- but it's jarring.

This goes a long way to further developing a lot of characters, and I am deeply appreciating how complex the friendship between Elena & Lila is. This is not a basic friendship; it's shifting, changing, complicated. The two compete, judge each other, have distance, get close again, and carry through with a sense of deep & abiding intertwined-ness. It's not often that readers get such an experience and such a complex portrayal of female friendship.

I look forward to continuing the story with THOSE WHO LEAVE AND THOSE WHO STAY soon.

nyah_lou's review against another edition

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emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

buttercupita's review against another edition

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3.0

No doubt that Ferrante is a very good writer -- she paints a vivid and detailed world, and her observations of human behavior are sharp. Nonetheless, I am not inspired by this story and am somewhat mystified by the powerful connection others feel to it. I think I will end my Neapolitan journey with this book.

laurenlab's review against another edition

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challenging dark emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

blackjessamine's review against another edition

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3.0

Rilettura di giugno 2020: update da 2 stelline a 3 (merito della lettura di Anna Bonaiuti, credo).


O DEL FALLIMENTO DI OGNI RAPPORTO UMANO
Avete presente quando prendete l'influenza, per un paio di giorni state davvero male, poi però migliorate abbastanza da poter leggere, ma non così tanto da sentirvi in colpa se passate altri due giorni senza muovervi dal divano? Ecco, ho letto questo romanzo in due giorni così, non sentendomi abbastanza bene per fare altro (né per leggere qualcosa di più complesso, come il povero Amos Oz, che è rimasto dimenticato sul comodino). "Storia del nuovo cognome" è un romanzo che si presta ad una lettura immersiva, non è troppo complesso, non richiede pause per riflettere su concetti complicati o implicazioni di sorta e si fa leggere per mera curiosità nei confronti della trama. Non credo avrei potuto leggerlo in un momento migliore, eppure il piacere che ho ricavato da questa lettura è stato veramente pochino.
Ritroviamo Lenù e Lila ormai diciassettenni, ritroviamo l'atmosfera soffocante e malsana, piena di violenza, del non meglio identificato rione popolare napoletano, ritroviamo le piccole meschinità che avevamo imparato a conoscere ne "L'amica geniale", meschinità che con la crescita dei protagonisti si allargano e si ampliano a loro volta.
Torna anche un sistema sociale e di rapporti umani raccapricciante: lo so, c'è veridicità in tutto questo, la Ferrante non parla di niente di nuovo, ma qui la violenza e la chiusura mentale raggiungono dei livelli che mi hanno turbata quasi fisicamente. Non c'è empatia, non c'è amore, non c'èun briciolo di luce in questo secondo volume: ogni rapporto umano sembra naufragare nell'odio, nella meschinità, nell'invidia, nella violenza. Le mogli vengono riempite di botte, gli amici traditi, i genitori disprezzati, i figli accusati d'essere la causa di ogni problema dei genitori, gli innamorati diventano solo il caldo conforto di poche ore. C'è un pessimismo, una cupezza di fondo, una totale sfiducia nei confronti dei rapporti umani che mi ha tolto il fiato: ignoranza e odio sono pericolosissimi, è vero, ma possibile che non resti nemmeno la più piccola scintilla di luce? Possibile che anche la mente più brillante debba oscurarsi dietro una cattiveria infinita, inconscia, totalmente annegata nell'invidia e nella negatività? Possibile che anche lo studio non porti mai a nessun passo avanti, possibile che sia solo un mezzo per sfuggire ad una situazione estranea, senza però portare ad alcun miglioramento di sentimenti? Non so, questa visione mi ha angosciata moltissimo.
La storia del nuovo cognome di Lila è una storia di odio e violenza, una storia che era nata come storia d'invidie fra ragazzini, e che ora diventa storia d'odio fra adulti cresciuti troppo in fretta. Quello che è certo è che non si tratta, in alcun modo, di una storia d'amicizia. Lila e Lenù non sono amiche, Lila e Lenù condividono un'ossessione colma di rivalità e competizione e invidia, Lila e Lenù sono specchi e conforti, sono l'immagine in cui le due donne possono specchiarsi, riconoscersi e costruirsi. C'è forse anche dell'affetto, ma è talmente nascosto sotto le ceneri di un'invidia e costante senso di inadeguatezza, che è quasi impossibile scorgerlo. Tutto ciò che Elena fa, lo fa pensando a Lila, ma in modo contorto, malsano: Lila lo ha già fatto, Lila non lo può più fare, Lila lo farebbe meglio, Lila l'ha fatto con motivazioni diverse. Dal canto suo, Lila è un personaggio che sta sfuggendo di mano all'autrice, sempre più sopra le righe, sempre meno verosimile: la sua intelligenza, la sua energia vitale sta raggiungendo i picchi più alti, e già c'è qualcosa di grottesco. Eppure, tutto il suo cervello, tutta la sua forza non bastano mai, non sono mai sufficienti per permetterle di lasciarsi il rione alle spalle, e allora ogni suo gesto diventa un disperato tentativo di sopravvivenza. Ma c'è qualcosa di terribile nella sua sopravvivenza: Lila sembra sapere di non poter sfuggire al baratro, e così la sua strategia è quella di cercare di non permettere a nessuno di stare meglio di lei, di afferrare a tradimento i piedi di chi sembra essere qualche passo più avanti, per trascinarlo indietro. Che posto può esserci per l'amicizia fra due persone così impegnate a prendersi le misure per non apparire mai inferiori l'una all'altra?

A tutto ciò si sovrappongono vicenducole sentimentali spicciole, dai toni che mi hanno pericolosamente ricordato quelli di una telenovelas qualsiasi: Lila è talmente intelligente e piena di un'energia indicibile che ogni essere umano di sesso maschile non può che gettare le armi davanti a lei e crollare inerme, innamorato alla follia; Elena è la ragazza semplice che si crede bruttina e inadeguata e non troppo intelligente, ma che riesce comunque in imprese enormi e riesce ad attirare l'attenzione degli uomini più importanti della situazione. Era davvero necessario calcare così tanto la mano?
Chissà, forse con la prossima influenza avrò bisogno di nuovo di immergermi in una storia leggera legge ra, e deciderò di immergermi di nuovo nel grottesco di Elena Ferrante, ma per il momento credo davvero di averne avuto abbastanza di Lila e Lenù.

iris_lu's review against another edition

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emotional reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

amadacla's review against another edition

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4.0

Straordinario il ritmo narrativo incalzante di Elena Ferrante nella Storia del nuovo cognome, dove prosegue il racconto di Elena e di Lila e dei personaggi peculiari conosciuti nel primo volume dell’Amica geniale. Chapeau per questa scrittrice italiana di talento innato che con linguaggio, ora semplice ora forbito, avviluppa il lettore negli intrecci, anche sordidi, delle famiglie del rione partenopeo. Matrimoni sontuosi che appaiono salvifici e favolosi, per il tempo di un’illusione che, come tutte le illusioni, sarebbe stato meglio scansare. Realtà, fatta di attimi, mutevole, effimera, controversa nella quale si può rimanere imprigionati a vita. Estate straordinaria del grande e vero amore della vita, dissolto col cambio di stagione. Non sono le vicende amorose il cuore pulsante del libro che segue il filo sottile e resistente del complesso e altalenante rapporto di amicizia tra Elena e Lila avvolto in un indecifrabile funzionamento che è riduttivo circoscrivere al meccanismo secondo cui “gli opposti si attraggono” o alla dinamica della rivalità e competizione tra due persone. Un alone di ambiguità permea il legame malgrado l’indagine pervicace della scrittrice e la curiosità sollecita indotta nel lettore volta a scoprire cosa determina i comportamenti di entrambe fortemente influenzati dal contesto storico e sociale del rione descritto a tratti con consapevolezza delle radici e senso di appartenenza, a tratti con repulsione e desiderio di fuga.

maddelleine's review against another edition

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adventurous dark reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

Blame it on the translation... or at least partly on the translation.
I've read the first volume in English and found it dry, with a basic vocabulary - despite the character who actively works on developing her own vocabulary and culture. Yes, Lenu and Lila have grown up, they matured. But not enough to justify the gap between the two books. I'm just sorry I can't advance with my reading in Italian, to see "what the author meant" in her own words.

The second volume of the Neapolitan Quartet kept me hooked. Reading one chapter, I craved the next and the next and then another one until my eyes became blurry and I would know I had to stop. I moved over the shock of the violence and context from the first volume, and I was able now to focus better on the characters. And I wanted to know how the story continued, what happened next.

A very well-written novel - the action is clearly not its main goal, but the characters, their lives and evolution. And the characters have as many profundities and facets as onion leaves, waiting to be uncovered one by one. 

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