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A bunch of annoying characters and lots of un-necessary side stories. I liked the writing, but wouldn't recommend this book. I finished it just to see if anything worthwhile actually happened.
Is this Updike for the early twenty-first century? I loved the backbone of the corrections that the individual family members tried to make in their lives, against the background of the market 'corrections'.
A richly moving, yet very amusing, chronicle of a family dealing with the vicissitudes of old age and trying to make a mark in early middle age.
A richly moving, yet very amusing, chronicle of a family dealing with the vicissitudes of old age and trying to make a mark in early middle age.
A very good book about family dynamics, ageing, memory and personality. Marred a little by long detailed divergences that I sometimes had to skip over to rejoin the main plot. Funny, sad- all of it.
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Vll das beste - großartig ausgearbeitete Charaktere
challenging
dark
emotional
funny
reflective
sad
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
challenging
slow-paced
So... I have divided feelings about this book. On the one hand, the slightly over-descriptive and precious writing style kind of grated on me at the beginning. As I got more into the book, though, I started to really appreciate the underlying emotional heft of Franzen's story. Whether because it has a lot of resonance with my life, or because he's rolling together issues that are universal, I don't know, but it was an extremely affecting book and I highly recommend it. Just be patient if it doesn't click with you initially.
3.5 stars. I recall reading a review for Franzen’s other book, Freedom, where someone remarked that they admired the book more then they liked it. That’s how I feel about The Corrections. Franzen is undoubtably a gifted writer, especially with character building. But parts of this story felt like a slog to get through. And while well written, the characters were either self destructive or unlikable (for the most part). That being said, I do appreciate how it all came together at the end. All in all, worth the read.
Rileggendo questo romanzo dopo qualche annetto ho cambiato in maniera radicale il mio giudizio: da "negativo" a "positivo". È proprio vero che ogni libro ha il suo tempo! L'impressione globale è stata di grande tristezza nel seguire la vita dei personaggi di una famiglia come tante, il loro allontanarsi è riavvicinarsi a seconda delle circostanze, l'evolversi delle dinamiche di un nucleo da cui tutti i componenti una volta cresciuti tendono a fuggire per dar vita a nuovi centri autonomi, ognuno scappando da qualcosa che alla fine non si rende conto di portare con sé. Per ognuno dei protagonisti, genitori compresi, la vita è un continuo cercare di mettere in atto delle "correzioni" : piccoli gesti, decisioni, iniziative prese per riuscire a correggere, compensare, portare su una rotta sopportabile tutto ciò che li ha in qualche modo segnati e che ritengono comunque inadeguato, inappropriato o imbarazzante.
Così Chip corregge con la trasgressione e il fallimento le aspettative genitoriali che hanno sempre cercato di inquadrarlo nel modello di bravo ragazzo del Midwest. Così Gary costruisce la sua esistenza come una correzione di quella del padre a cui ha così tanta paura di assomigliare che delega completamente alla moglie la gestione dei figli. Così Denise che corregge la ristretta morale famigliare conducendo una vita che secondo quei canoni è moralmente discutibile. Così Enid, la madre, una vita passata a sottostare alla volontà di un uomo rigido di cui praticamente ignora ogni particolare della vita interiore e a cercare di correggere l'imperfezione della sua vita e la delusione che i figli le hanno dato, fingendo che tutto vada bene e che le cose siano del tutto diverse da quel che sono. E così Alfred, il capofamiglia, un uomo che ha vissuto secondo principi assoluti e indiscutibili, sempre convinto che la sua visione del mondo sia quella giusta, incapace di condividere con la compagna di una vita nulla oltre il rigore. Le correzioni di quest'uomo vorrebbero estendersi a tutte le cose e a tutte le persone che non si uniformano alla sua visione della vita. È invece proprio lui che vedremo sgretolarsi sotto i colpi del Parkinson, impegnato in una angosciante e terribile lotta solitaria e personale contro la malattia che gli toglie ogni giorno di più proprio ciò che per lui era più importante :il controllo.
Nell'insieme non sembra che le correzioni abbiano un grande successo, e l'affannarsi a cambiare la direzione di alcune cose sia una lotta destinata alla sconfitta. Però è anche vero che in effetti sono un tentativo che ogni essere umano compie per riuscire a vivere una vita di cui non è mai completamente padrone. Grazie a una scrittura chiara e ad un'esposizione lineare il libro scorre via veloce. Non manca un poco di commozione, almeno per quel che mi riguarda, davanti all'inevitabile distacco di ogni figlio che cresce dalla famiglia di origine che, vista non più dall'interno ma con gli occhi della lontananza, assume un aspetto del tutto nuovo e spesso incomprensibile, ma che è ricoperto in ogni caso dal manto della nostalgia.
Così Chip corregge con la trasgressione e il fallimento le aspettative genitoriali che hanno sempre cercato di inquadrarlo nel modello di bravo ragazzo del Midwest. Così Gary costruisce la sua esistenza come una correzione di quella del padre a cui ha così tanta paura di assomigliare che delega completamente alla moglie la gestione dei figli. Così Denise che corregge la ristretta morale famigliare conducendo una vita che secondo quei canoni è moralmente discutibile. Così Enid, la madre, una vita passata a sottostare alla volontà di un uomo rigido di cui praticamente ignora ogni particolare della vita interiore e a cercare di correggere l'imperfezione della sua vita e la delusione che i figli le hanno dato, fingendo che tutto vada bene e che le cose siano del tutto diverse da quel che sono. E così Alfred, il capofamiglia, un uomo che ha vissuto secondo principi assoluti e indiscutibili, sempre convinto che la sua visione del mondo sia quella giusta, incapace di condividere con la compagna di una vita nulla oltre il rigore. Le correzioni di quest'uomo vorrebbero estendersi a tutte le cose e a tutte le persone che non si uniformano alla sua visione della vita. È invece proprio lui che vedremo sgretolarsi sotto i colpi del Parkinson, impegnato in una angosciante e terribile lotta solitaria e personale contro la malattia che gli toglie ogni giorno di più proprio ciò che per lui era più importante :il controllo.
Nell'insieme non sembra che le correzioni abbiano un grande successo, e l'affannarsi a cambiare la direzione di alcune cose sia una lotta destinata alla sconfitta. Però è anche vero che in effetti sono un tentativo che ogni essere umano compie per riuscire a vivere una vita di cui non è mai completamente padrone. Grazie a una scrittura chiara e ad un'esposizione lineare il libro scorre via veloce. Non manca un poco di commozione, almeno per quel che mi riguarda, davanti all'inevitabile distacco di ogni figlio che cresce dalla famiglia di origine che, vista non più dall'interno ma con gli occhi della lontananza, assume un aspetto del tutto nuovo e spesso incomprensibile, ma che è ricoperto in ogni caso dal manto della nostalgia.
I had a hard time getting through the sheer, depressing, loserdom of the the first few chapters. Once I did though, it was rewarding. Franzen's depiction of the eldery couple was masterful, in an almost voyeuristic way. It got really real towards the end, less a comment on a certain class of people and more of a heartbreaking story of relationships. Worth a read for sure, but not going to make me run out and look for more of his stuff.