anneebel's review against another edition

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4.0

I really wish I’d read it when it was published and I first bought it. I’m so frustrated with myself!
I loved reading it and I cannot begin to imagine what life was like back then, and reading it now, and understanding all of the atrocities of war even more so makes this book more poignant.
I am so close in age to Zlata, I am so glad I never saw what she did, let alone describe it in sometimes such poetic ways.

mejraa's review

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dark emotional hopeful sad tense medium-paced

5.0

yung_sch0lar's review against another edition

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3.0

I don't remember specifics. I read this book in middle school, after we read The Diary of Anne Frank, and I remember feeling slightly more connected to it since I could more clearly remember the conflict in Yugoslavia (but of course, only barely) or at least seeing it on the news. I read a lot of young adult novels about wartime and conflict when I was in middle school.

sarahjackman's review against another edition

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dark emotional informative reflective medium-paced

4.0

ghilimei's review against another edition

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2.0

Am avut așteptări mult prea mari de la cartea asta, care este de fapt jurnalul unei fetițe de 11 ani. Toate cronicile pe care le-am citit lăudau stilul scriitoricesc ca fiind foarte matur pentru un copil, ceea ce s-a dovedit adevărat în cea mai mare parte, însă l-au lăudat atât de mult, comparând jurnalul Zlatei cu jurnalul Annei Frank, încât nu am putut lua în prea în serios lectura asta odată începută. Cred că la momentul respectiv, neexistând internetul așa cum îl știm astăzi, o astfel de publicație „în timp real” despre războiul Bosniac a fost ceva extraordinar, a fost punctul de vedere care lipsea din reportajele vremii și probabil a fost ceva șocant pentru Vestul Europei - războiul povestit la cald de un copil devine brusc ceva personal, nu mai este doar o știre citită în ziar. Chiar și așa, pentru mine lectura a fost dezamăgitoare. Dacă cineva dintre voi a citit ceva care i-a plăcut despre Războiul Bosniac și urmările lui, vă rog să-mi faceți o recomandare (prefer memorii sau ficțiune istorică, nu neapărat jurnalism).

shaprincess21's review against another edition

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5.0

A book about a girl who is in a war in Sarajevo. She writes in her diary almost everyday telling about her life. ( This is a real Diary )

nina1117's review against another edition

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3.0

I loved this book when I was a kid.

kski83's review against another edition

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dark reflective sad medium-paced

3.0

A great story. I wish I had read it as a child because i think it would have been impactful in teaching empathy and compassion.

devigrace's review against another edition

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3.0

Honestly, for me, someone who is not nessecarily a non-fiction reader, I wouldn’t say this was a particularly interesting read. However, it did include lots of fascinating information and it put things into perspective.

lara_bookella's review against another edition

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informative tense slow-paced

4.0

La cosa che mi ha colpito profondamente di questo diario è che è la storia di una ragazza dei nostri giorni, dei miei giorni: Anna Frank non parlava di MTV e di Madonna e questo la trasportava in un passato non troppo remoto ma comunque troppo lontano per essere reale.
Zlata invece racconta una vita che ho vissuto anche io, ed è agghiacciante pensare che quel dolore, quell’orrore, quella paura sia stata reale, sotto casa nostra e l’altro ieri. Davvero, trovo spaventoso questo racconto, forse perché mi illudevo che dopo quei racconti tragici di shoah e di morte gli uomini avrebbero imparato a non spararsi più, e invece… dopo neanche cinquant’anni, la cosa si ripete. Uguale a prima. Senza senso come prima.

Purtroppo il libro si interrompe durante l’assedio e Zlata non racconta della fine della guerra e del ritorno alla normalità: unico piccolo neo di questo diario semplice e intenso.

Non paragonatelo però al diario di Anna Frank: Zlata non vuole perché non vuole fare la stessa fine e io non penso siano simili: il diario di Anna è più lirico e aulico, più “alto”, meno spontaneo, semplice e diretto.

Io non so cosa sia la guerra. Vedo le immagini in televisione e so che mio cugino gioca a questi videogame in cui si devono ammazzare i nemici… e pensavo che la guerra fosse così: carri armati, spari e sangue, morti e feriti per strada.
Certo, la guerra è anche questo… ma dal diario di Zlata si vede come la gente normale la vive: nella paura, nel freddo e nel buio di quando mancano gas ed elettricità, nel silenzio opprimente delle cantine dove ci si rifugia per sfuggire ai colpi di mortaio. La guerra non è rossa e rovente di sangue e di spari. È buia e fredda. E fa paura. Ma non di quella paura dei videogiochi o dei film o delle scene in tv. La paura di non vedere tornare la tua mamma che è andata dai vicini, la paura di non potersi avvicinare alla finestra, la paura di non poter più tornare a studiare e di veder sfumare sogni e progetti perché si vive un giorno solo alla volta, senza sapere mai se si tornerà alla normalità.
Non credo di aver capito cosa sia la guerra… e mi auguro di non capirlo mai. Ma vi assicuro che dopo aver letto questo libro sono veramente estremamente felice della mia vita qui, ora, pur con tutti i suoi difetti. Forse dovremmo ricordarci più spesso di quanto una vita normale sia tutto, tranne che una cosa scontata.

Per finire questo post vorrei dire una sola cosa, che dopo aver letto questo libro ed essere stata a Sarajevo di persona penso sia ancora più vera: il mondo non viene cambiato dai leader politici, dai personaggi di una qualche religione o dall’economia. Il mondo viene cambiato dalle persone. Dai piccoli gesti cortesi che ognuno può fare ai suoi vicini.
Il mondo si cambia una persona alla volta.