3.96 AVERAGE

adventurous challenging dark inspiring fast-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: No
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Complicated
Flaws of characters a main focus: Yes

I finished this pretty fast. I love Bartimaeus, I love Nathaniel and I love the two of them together.

What kept me into this book was definitely the narration. The hopping POVs at crucial moments, Bartimeus' sassiness, the footnotes, it all kept me glued to the page. The worldbuilding is not too complex but it is good, and I hadn't met a similar magic system before, so I found it very interesting. The spirits are very colourful character, as opposed to the general drabness of the magicians, and I think the contrast made it all even better. Also, this book goes hard, pulls no punches, and it's a constant climax from pretty much the half of it until the end.

The end doesn't feel like one. Which is only fair because this is the first book in a series, which I plan to finish reading soon!

Someone I follow has been raving about this book for the longest, so I finally got around to listening to it! I would definitely recommend this to fantasy and alternate history fans. Bartimaeus is an excellent character with biting wit, sardonic narration, and a keen eye for magicians' faults. Nathaniel is a product of his upbringing, very proud, and prone to leap before considering the consequences. I'm excited to see what's next in the series! I hope I'll learn more about Bartimaeus, and I hope Nathaniel wises up to the corruption around him. Bartimaeus has joined the ranks of my favorite magical and sometimes malevolent spirits! (Some other faves are Mogget from Abhorsen and Silas from A Sorcery of Thorns)

I was pretty disappointed in this book. BUT I bought all 3 in the series so I will continue on with hopes of improvement.

Dopo aver cercato invano questo libro, il primo della Trilogia di Bartimaeus, in italiano -risultava sempre irreperibile- me lo sono preso in inglese. Risparmiando, immagino, e non soffrendo affatto visto che la scrittura di Stroud è abbastanza semplice.

Siamo in un’Inghilterra alternativa.
In questo mondo la magia esiste da sempre, e la storia del mondo è stata fatta dalla magia.
I faraoni egizi, re Salomone, l’Impero Romano… tutti i grandi regni hanno visto l’impiego della magia. In massiccie dosi.
E siamo nell’epoca moderna, al giorno d’oggi. Il libro immagino rientri quindi nell’urban fantasy, anche se le atmosfere mi facevano sempre pensare a una sorta di Inghilterra magica Vittoriana, non so perchè. Mi dovevo sforzare di ricordarmi che si era nell’epoca moderna, ma a volte era dura.

Urban fantasy, allora. Che tratta di magia, è il tema portante.
Che tipo di magia?
La magia dei Guardiani Russi? Dei maghetti Potteriani? Degli investigatori soprannaturali che si muovono tra vampiri e licantropi nelle tante serie urban fantasy gialle?
No. E’ una magia diversa. Intrigante.
Direi che questo tipo di magia è uno dei punti di forza del libro.

Perchè i maghi hanno un solo potere: sono in grado di evocare e comandare -seguendo determinati rituali- creature di altri piani. Demoni, potremmo chiamarli, anche se vanno dagli imp ai djinni a creature Lovercraftiane.
Solo questo potere. Sono le creature schiavizzate da questi maghi, poi, a compieree magie. Creature intrappolate in dischi di metallo fungono da spie rendendo i dischi degli strumenti per scrutare; creature imprigionate in medaglioni sono costrette a proteggere il loro padrone….
Un tipo di magia che non dà alcun vero potere agli umani se non quello della conoscenza, e che li rappresenta come enormemente meschini.

Il protagonista del libro è Nathaniel, un giovane apprendista mago. Il suo maestro è un mago di poco conto, assegnatogli quando il bambino è stato scelto per divenire mago, che lo ritiene un idiota e non ne sa riconocere l’enorme talento. Così Nathaniel studia da solo i libri del maestro, e quando un ospite lo ridicolizza davanti a tutti decide di vendicarsi.
E da solo, evoca un djinni. Abbastanza potente, e molto furbo.
Bartimeus.

Gli assegna come compito quello di rubare a Lovelace, il mago che lo ha umiliato, un medaglione appena ottenuto: l’amuleto di Samarcanda.
Non sa cosa sia nè quale sia il suo valore, sa solo che mentre lo spiava con un disco che si era costruito aveva visto un inquietante individuo, sporco di sangue, consegnarlo a Lovelace in cambio di denaro.
Il piano del ragazzo era semplice. Rubare l’amuleto, nascondendolo tra gli oggetti del maestro per evitare che venisse trovato; trovare le prove del furto compiuto da Lovelace; denunciarlo e vendicarsi.

Le cose però si mettono male fin da subito, prima con Bartimeus che si scontra con difese potentissime per impossessarsi dell’oggetto e successivamente con la scoperta di una vasta cospirazione facente capo a Lovelace, che pare intenzionato a uccidere il Primo Ministro per prenderne il posto.
In Inghilterra infatti i maghi sono al potere, e occupano le cariche di governo.
Gli altri, i comuni, vivono a un livello inferiore, trattati come plebaglia insignificante. E ovviamente non ne sono contenti, tanto che è sorto un movimento di resistenza che ruba oggetti magici e si prepara a colpire i padroni della nazione.

Nathaniel, per uscire da questa situazione nella quale si ritrova invischiato, trova il modo di vincolare al suo desttino Bartimeus. Il demone è così costretto ad aiutare per giorni il ragazzo, a tenerlo in vita togliendolo dai pericoli… fino a quando non si arriva allo scontro finale.

Una lettura piacevole e scorrevole, mi è piaciuta la divisione dei capitoli in capitoli incentrati su Nathaniel e capitoli dedicati a Bartimeus.
Ben fatti anche i personaggi. Nathaniel che sprizza talento da tutti i pori e vorrebbe vedersi apprezzato, Nathaniel che per orgoglio perde tutto e sopratutto l’affetto dell’unica persona che gli volesse bene. E reagisce cercando la vendetta, invece di ammettere le proprie responsabilità. E’ abile, ma non può competere con alcun mago adulto (non è un ragazzino superiperpotente, per fortuna). Non sa nulla della vita al di fuori della casa dove ha sempre vissuto.

Bartimeus invece è “uomo” di mondo. Ha visto imperi sorgere e cadere, ha combattuto per millenni agli ordini di maghi umani. E’ enormemente furbo e acuto, qualità che compensano il suo non essere un djinni di massimo livello.
E’ ironico e sarcastico, ed è lui a darci la maggior parte delle informazioni sui maghi, sulla storia, sulla magia.
Ed è anche lui a fare praticamente tutto il lavoro.

Nathaniel è idealista e sognatore, Bartimeus è pratico e sbrigativo. Un’ottima coppia.

In alcuni momenti temevo che gli eventi prendessero una piega scontata, invece la storia è rimasta sempre abbastanza originale.

Lati negativi… non mi convince il metodo di reclutamento degli apprendisti maghi, per cominciare. Come non mi piace il maestro Underwood, sembrava quasi fatto apposta per far crescere Nathaniel solo quasi quanto Harry Potter.
Non sono riuscito a calarmi nell’atmosfera “moderna”, e continuavo a visualizzare il libro in un’epoca vittoriana. Probabilmente perchè i riferimenti tecnologici erano pochi, purtroppo.
Ovviamente tutti i maghi adulti cadono nel trucco da prestigiatore di Lovelace e guardano la mano che gesticola mentre l’altra prepara il trucchetto.

Il finale in compenso mi ha convinto, un finale che sembra far prevalere il punto di vista di Bartimeus su quello di Nathan.

4.25-4.5

marcookiekat's review against another edition

DID NOT FINISH: 50%

Need to start from the beginning 
adventurous funny medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes
medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Complicated
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: N/A
Flaws of characters a main focus: Complicated

Watch where you leave your victims! I stubbed my toe on that.