Reviews

Accabadora by Michela Murgia, Silvester Mazzarella

marcovaglica's review against another edition

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4.0

La Sardegna degli anni Cinquanta fa da sfondo alla storia di Maria, una figlia dell’anima. La madre della bambina non è, infatti, la madre biologica, ma una vecchia sarta, Tzia Bonaria Urrai. Il suo personaggio, lo si capisce dalle primissime pagine del libro, è misterioso, perché con uno scialle, e tutta vestita di nero, Bonaria Urrai esce di casa, certe notti, per compiere un gesto amorevole e pietoso, il gesto di far sì che il destino si compia.

Un libro che, per certi versi, ricorda “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio, dove è centrale il tema delle madri che donano i propri figli. Malgrado le descrizioni poco approfondite dei personaggi, la narrazione è ben strutturata, e la prosa risulta scorrevole e incalzante.

Michela Murgia ha scritto una storia potente, attuale per il tema che tratta - l’eutanasia -, cupa e misteriosa per le vicende e l’ambientazione. Insomma un grande romanzo di una grande scrittrice che merita il proprio successo.

«Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell’anima».

ludovicaciasullo's review against another edition

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4.0

Di questo romanzo la prima cosa che colpisce è l'ambientazione. Una Sardegna rurale, dimenticata, che funziona secondo regole precise che si imparano molto presto. Ma dopo la fascinazione per questo mondo forse perduto, o comunque incredibilmente lontano, è scattato in me qualcosa di ben più profondo. Cosa significano quelle regole, cosa rappresentano quelle tradizioni? Le parole di Bonaria, o della narratrice ci svelano che "Il dolore è nudo, e il nero serve a coprirlo, non a farlo vedere"; ci spiegano che "Niente a Soreni era sbeffeggiato e tenuto ai margini quanto uno stupido, perché se l'astuzia, la forza e l'intelligenza si potevano vincere ad armi pari, la stupidità non aveva peggiore nemico di sé stessa, e la sua fondamentale imprevedibilità la rendeva pericolosa negli amici più ancora che nei nemici. Il danno era che in nessuno dei due casi la nomea di stupido si sarebbe potuta accompagnare al rispetto, bene prioritario in un posto dove di beni non ce n'erano poi molti altri."

Queste intensissime digressioni sul funzionamento di una morale che superficialmente appare bigotta e retrograda, ma che a ben guardare cela anche importanti significati, sono a mio avviso la colonna portante del romanzo.

Alcuni istituti sociali, come la sorta di adozione che lega le due protagoniste, o l'eutanasia informale praticata da Bonaria, sfuggono alla nostra concezione di filiazione o diritto alla vita, eppure la Murgia riesce a presentarceli come naturali propaggini di un'umanità che non si appoggia a leggi e procedure burocratiche, ma che piuttosto si guarda nell'anima e cerca di fare del proprio meglio con quello che ha.

Armata di una storia potente e di una penna fina, la Murgia ci rivela come i desideri, le pulsioni, le speranze delle persone sono simili dappertutto. Come le gestiamo cambia, sicuramente, ma l'umanità, sotto sotto, è una nozione universale.

Una sola cosa non mi ha convinto: la parentesi torinese. Non ne ho capito fino in fondo l'utilità ai fini del resto dello sviluppo narrativo, né mi ha suscitato particolari emozioni.

Questo romanzo mi lascia un sorriso consapevole, e un monito: "Gli ci volle qualche minuto per ricordarsi chi e cosa era, che riemergere da se stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi."

confaederica's review against another edition

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5.0

“Fillus de anima.
È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell’anima di Bonaria Urrai.”

mememusa's review against another edition

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fast-paced

4.0

I love Michela Murgia's voice, I wish I can erease my Memory just to be able to reraad this book. 

novalgina's review against another edition

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5.0

Tzia Bonaria Urrai vede in Maria qualcosa che gli altri non vedono e, consapevole delle difficoltà economiche della sua famiglia, ne approfitta per richiederla come "figlia dell'anima", un metodo di sopravvivenza in voga non solo in Sardegna, ma in tutta Italia fin dal primo dopoguerra. Quindi Maria cambia casa, madre, stile di vita; cresce più rispettosa, più acculturata, più donna. Ma tra lei e Tzia Bonaria c'è un segreto enorme, che la vecchia donna non si sente ancora pronta a rivelare: è un'accabadora, una figura che si ritiene fosse leggendaria, ma che niente lascia credere mai esistita davvero. Tzia Bonaria Urrìa è colei che mette fine alla vita degli infermi e dei morenti, l'ultima madre. Un atto di pietà che oggi si chiama eutanasia.
Questo segreto, una volta rivelato, dividerà le due donne, finché non sarà Tzia Bonaria ad avere bisogno di un'accabadora e la ricercherà in Maria, che assolutamente rifiuterà l'idea. Si prenderà cura di lei il più possibile, finché l'atto di pietà non le si paleserà davanti agli occhi, inevitabile.
Il libro è scritto in maniera magistrale, Michela Murgia con le parole ci sa davvero fare. Il libro scorre bene, emoziona, tocca corde tese che tutti abbiamo nell'animo inconsapevoli che siano loro a vibrare quando leggiamo di "una decomposizione senza morte". Ma soprattutto racconta uno spaccato della storia italiana che ci rende nostalgici, avidi di ricordi.
Personalmente, le corde che hanno vibrato in me sono state tante, alcune sono talmente tanto logorate che sono state lì lì per spezzarsi e la storia mi ha molto commosso.

«Ogni volta che si levava quel lamento dalla musicalità sguaiata, era come se ai sorenesi venissero cantati i dolori di ogni casa, quelli presenti e quelli andati, perché il lutto di una famiglia risvegliava la memoria mai sopita di tutti i singoli pianti passati.»

«-Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata.-»

dioneira's review against another edition

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5.0

Manche haben das Glück eine liebende Familie zu haben und manche haben das Glück in einer wiedergeboren zu werden. Wie Wahlverwandtschaft einem viel näher sein kann als die, in der man zufällig gelandet ist und wie man sich dann trotzdem von ihr abnabeln muss. Maria wächst bei ihrer mehr oder weniger Adoptivmutter auf, die sie verehrt. Man begleitet sie durch ihr Leben, bis zu dem Zeitpunkt, an dem sie herausfindet, dass diese eine Accabadora ist, also eine Frau, die anderen beim Sterben hilft.
Eine sehr aufwühlende Geschichte, deren Figuren - egal ob sympathisch oder nicht- ich mich sehr nahe gefühlt hab.

ang_2's review against another edition

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emotional mysterious fast-paced

5.0

hitoritabi's review against another edition

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emotional reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

_cloudier's review against another edition

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5.0

Nonostante in quanto sarda abbia sempre seguito, apprezzato e rispettato Michela Murgia, non avevo mai letto un suo libro. Questo e' sembrato inaccettabile alla non-sarda madre del mio ragazzo, che ha quindi deciso di regalarmi questo libro. Ho pensato sarebbe stato carino leggerlo metre ero in Sardegna per Natale.

L'ho subito trovato scorrevole e coinvolgente, senza essere pretenzioso in nemmeno una parola. La scrittura della Murgia mi ha fatta facilmente entrare nel suo mondo (forse e' stato facile perche' e' un po' anche il mondo in cui sono cresciuta?). Ma la cosa che ho apprezzato di piu' e' stato come sia riuscita a semplificare e contemporaneamente umanizzare un tema cosi' contestato come l'eutanasia. Bello.

cinzia_2509's review against another edition

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emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0