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stephthepanda's reviews
100 reviews
Come anima mai by Rossana Soldano
3.0
2,5 stelle.
Il libro, personalmente, non mi è dispiaciuto.. ma onestamente non mi è nemmeno entrato nel cuore come a molta altra gente, probabilmente dovuto al fatto che:
1) i miei gusti sono diversi;
2) non ho avuto un buon rapporto con il nostro protagonista: Lewis (ho iniziato ad apprezzarlo soltanto intorno all'80%..);
3) troppe metafore.
Ho avuto molta difficoltà a stare dietro agli sbalzi d'umore del protagonista sopracitato, in quanto, spesso e volentieri ingiustificati, a mio modesto parere (ammetto però, che c'è stato un percorso evolutivo da parte di quest'ultimo, motivo per cui ho poi "cambiato idea" su di lui).
Non a caso ho avuto la percezione che questi, fossero spesso e volentieri, degli espedienti narrativi per creare "drama" dove c'era della PIACEVOLISSIMA calma.
Mi rendo conto che da un certo punto di vista era quasi inevitabile, soprattutto perché la reale trama del libro inizia intorno al 50% del libro, ma allo stesso tempo a mio modesto parere, potevano crearsi dinamiche diverse.
In merito infatti, alla questione della trama ho avuto dall'inizio la sensazione che fosse una storia a puntate.
Andando poi a leggere le recensioni su questa piattaforma, ho scoperto che effettivamente la mia sensazione non era errata, in quanto proveniente da Wattpad.
Sia chiaro, non sto demonizzando la sua origine!
Secondo me però, poteva essere fatto un editing maggiore, in maniera tale da accorciare la prima parte poiché le dinamiche, ahimè erano diventate quasi monotone e ripetitive:
Lewis ha uno sbalzo d'umore (o un piccio, se vogliamo tener conto dell'indole un po' "infantile"/"capricciosa" di quest'ultimo), si arrabbia con Will (il nostro secondo protagonista), miss understanding, scenata (perché è anche molto impulsivo), "ammmore" riconcigliativo in mille posti diversi (POVERE BIBLIOTECHE E POVERA JANE AUSTEN hahah) e il ciclo ricomincia.
Mi ha fatto molto strano vedere l'apparente "involuzione" di Will durante la metà del romanzo, giustificata dal segreto che quest'ultimo custodisce (che emerge solo dopo il capitolo 24), ma allo stesso tempo con una dinamica che mi è sembrata quasi forzata..
Sì, insomma, un altro escamotage narrativo. Ma forse è una mia percezione dovuta al fatto che oggettivamente ho apprezzato molto il personaggio di Will e sono rimasta molto confusa dal suo cambiamento.
In poche parole, secondo me, poteva essere ridotta la parte iniziale e per concentrarsi di più nel sviluppare di più la parte centrale-finale (quella inerente alla guerra, per intenderci), soprattutto perché è stata molto carina e molto intensa anche a livello descrittivo.
Molto brava l'autrice a far trasparire le proprie riflessioni sulla guerra, sotto forma di pensieri di Will.
Da questo punto di vista, a mio modesto parere, la scrittrice è stata molto brava nel far comprendere le emozioni, il punto di vista di Lewis e a "approfondire" i personaggi secondari (forse però mi sarebbe piaciuto che fossero caratterizzati di più, perché apparentemente sono comunque sembrati delle "marionette" allo scopo della trama).
Probabilmente lo avrei apprezzato di più durante la mia adolescenza.
Ne consiglio la lettura?
Dipende dai propri gusti, se piacciono i tira e molla e se piace l'angst (anche senza per forza una motivazione molto valida al di sotto), sì.
Altrimenti, non fa per voi.
Il libro, personalmente, non mi è dispiaciuto.. ma onestamente non mi è nemmeno entrato nel cuore come a molta altra gente, probabilmente dovuto al fatto che:
1) i miei gusti sono diversi;
2) non ho avuto un buon rapporto con il nostro protagonista: Lewis (ho iniziato ad apprezzarlo soltanto intorno all'80%..);
3) troppe metafore.
Ho avuto molta difficoltà a stare dietro agli sbalzi d'umore del protagonista sopracitato, in quanto, spesso e volentieri ingiustificati, a mio modesto parere (ammetto però, che c'è stato un percorso evolutivo da parte di quest'ultimo, motivo per cui ho poi "cambiato idea" su di lui).
Non a caso ho avuto la percezione che questi, fossero spesso e volentieri, degli espedienti narrativi per creare "drama" dove c'era della PIACEVOLISSIMA calma.
Mi rendo conto che da un certo punto di vista era quasi inevitabile, soprattutto perché la reale trama del libro inizia intorno al 50% del libro, ma allo stesso tempo a mio modesto parere, potevano crearsi dinamiche diverse.
In merito infatti, alla questione della trama ho avuto dall'inizio la sensazione che fosse una storia a puntate.
Andando poi a leggere le recensioni su questa piattaforma, ho scoperto che effettivamente la mia sensazione non era errata, in quanto proveniente da Wattpad.
Sia chiaro, non sto demonizzando la sua origine!
Secondo me però, poteva essere fatto un editing maggiore, in maniera tale da accorciare la prima parte poiché le dinamiche, ahimè erano diventate quasi monotone e ripetitive:
Lewis ha uno sbalzo d'umore (o un piccio, se vogliamo tener conto dell'indole un po' "infantile"/"capricciosa" di quest'ultimo), si arrabbia con Will (il nostro secondo protagonista), miss understanding, scenata (perché è anche molto impulsivo), "ammmore" riconcigliativo in mille posti diversi (POVERE BIBLIOTECHE E POVERA JANE AUSTEN hahah) e il ciclo ricomincia.
Mi ha fatto molto strano vedere l'apparente "involuzione" di Will durante la metà del romanzo, giustificata dal segreto che quest'ultimo custodisce (che emerge solo dopo il capitolo 24), ma allo stesso tempo con una dinamica che mi è sembrata quasi forzata..
Sì, insomma, un altro escamotage narrativo. Ma forse è una mia percezione dovuta al fatto che oggettivamente ho apprezzato molto il personaggio di Will e sono rimasta molto confusa dal suo cambiamento.
In poche parole, secondo me, poteva essere ridotta la parte iniziale e per concentrarsi di più nel sviluppare di più la parte centrale-finale (quella inerente alla guerra, per intenderci), soprattutto perché è stata molto carina e molto intensa anche a livello descrittivo.
Molto brava l'autrice a far trasparire le proprie riflessioni sulla guerra, sotto forma di pensieri di Will.
Da questo punto di vista, a mio modesto parere, la scrittrice è stata molto brava nel far comprendere le emozioni, il punto di vista di Lewis e a "approfondire" i personaggi secondari (forse però mi sarebbe piaciuto che fossero caratterizzati di più, perché apparentemente sono comunque sembrati delle "marionette" allo scopo della trama).
Probabilmente lo avrei apprezzato di più durante la mia adolescenza.
Ne consiglio la lettura?
Dipende dai propri gusti, se piacciono i tira e molla e se piace l'angst (anche senza per forza una motivazione molto valida al di sotto), sì.
Altrimenti, non fa per voi.
Manik by Amo Jones
2.0
2.5/5
E' il mio primo approccio ad un dark romance ed oggettivamente è stato un approccio piuttosto "blando" (probabilmente nella mia mente, si era creato uno scenario ancora più forte).
Anche in questo caso, il libro non mi è dispiaciuto, ma non mi ha fatto nemmeno impazzire.
Il blocco iniziale è a mio modesto parere, un po' problematico.
Com'è possibile che una ragazza, che ha appena assistito alla visione di un cadavere, possa non essere triggerata e/o traumatizzata da questo? Soprattutto su ciò che poi noi veniamo a scoprire sulla morte dei genitori di quest'ultima!
Cioè okay che la sindrome post traumatica da stress, può causare perdita di memoria, ma possibile mai che al tempo stesso una visione simile non la porti a ricordare nuovamente?
{ Cercasi conferme da un professionista del settore }
La stessa, poi, viene rapita dal protagonista maschile, in quanto testimone oculare e salvo i primi momenti in cui GIUSTAMENTE dice "No, ti prego, non uccidermi", è come se ciò che è successo, andasse direttamente in secondo piano, perché in tempo zero (letteralmente a livello narrativo sono due giorni) a lei parte l'ormone nei confronti del nostro bello e dannato.
Mmm.. okay (?)
Non ho sinceramente capito se l'autrice avesse deliberatamente preso la decisione di prenderci per le chiappette, perché lei stessa fa dire alla nostra Beatrice/Amaya (perché qui, se ogni personaggio non ha duecentoventordici identità e/o personalità, non siamo contenti): "Fa paura quando ti rendi conto di esserti adattata inconsciamente a uno scenario che dovrebbe farti gridare".
Il nostro protagonista: Aeron/Manik, è un rapper famoso (ha dischi di platino, dischi d'oro ed addirittura fa tour mondiali) ed a quanto pare NESSUNO sa che è figlio di un mafioso? Che è figlio di Vlad (Dracula fatti da parte, pls), boss della mafia russa?
Cioè stiamo parlando dell'America!
E no, non funziona la scusa del "abbiamo accordi con la CIA", perché NON ha senso, ma vogliamo darglielo per esigenze di trama.
Manik e Vlad sono quindi, due membri della mafia russa (boss e figlio) e posso dirlo?
NON SONO CREDIBILI MANCO PER ERRORE!
Non fanno paura M I N I M A M E N T E.
Entrambi, poi, cambiano idee mille volte! Ed okay che in parte è dovuto ad uno dei 19382932 piani segreti che si scoprono alla fine (sottotrama mistery: MOLTO APPREZZATA), ma onestamente parlando può mai un boss farsi dire dal figlio, che a prescindere dal legame di sangue, è un sottoposto: "No, non voglio"?
Perfino le mamme dei video comici avrebbero preso, lanciato una ciabattata via telefono ed avrebbero detto: "Non solo fai quello che ti dico, ma se non lo fai, ti do pure il resto".
Le minacce di Manik quando Beatrice è sua prigioniera, passano dal "se non fai questo, ti faccio fuori prima del previsto" al "se non fai questo, ti metto il mio membro in bocca" (che già qui, sono un po' perplessa) con conseguente smentita del "No, non lo faccio perché io con quelle della tua razza non faccio niente, io BADDO BOY" (scusate la licenza poetica finale).
Ripeto, okay che molte giustificazioni le abbiamo alla fine (quindi la maggior parte dei buchi di trama EFFETTIVAMENTE vengono risolti), ma.. MEH.
E se Manik, Vlad, Beatrice sono l'incoerenza fatta a persona, potrà mai Kat (il terzo membro della famiglia) essere da meno? NO.
Perché è vero che a me, Kat non è dispiaciuta (continuo a pensare che nel finale non sarebbe stato male proporre una relazione poliamorosa, ma va be), ma oggettivamente anche lei mi ha fatto impazzire con i suoi mille cambi di idea e le sue mille personalità, a partire dal suo esordio!
Il fratello le dice "nel seminterrato c'è una prigioniera", lei scende giù, si presenta, le dice che le ha portato vestiti, tampax (perché non si sa mai ne abbia bisogno) ecc.. sembra anche tenera e dolce, no? NO, SBAGLIATO!
Perché le prende una crisi e dice "Guarda che se mio fratello è un demone e mio padre è Lucifero, io sono Lilith quindi stai attenta".
Io così: .-.
Oltre ai momenti in cui prima diceva: "Mi raccomando, stai attenta a mio fratello, che non ci sta bene di testa" e poi: "Dovresti scrivergli" o "Vedi che lui ti vuole, perché non dà soprannomi a nessuna e a te ha soprannominato: cucciola".
Ci credo che Beatrice è confusa! La incoraggia e la scoraggia continuamente poi senza darle un reale perché.
Andando avanti con la storia, scopriamo che Beatrice è la figlia di un ex membro della mafia italiana (dall'ITALIA CON FURORE ARRIVANO I: "CORVO").
A prescindere dal perché e dai per come, si scopre questa cosa e da tutti i risvolti di trama che ne conseguono (che credetemi, Inception, gli fa na pippa), com'è possibile che questa nipote sia andata persa per strada? COME?
Antonio Corvo (il nonno mafioso) quando fa la conoscenza dei nostri russi (non solo per conoscere la nostra protagonista, ma anche per ristabilire un accordo di pace), ha avuto pure il coraggio di chiedere: "Perché nessuno mi ha detto di mia nipote?"
NON HO CAPITO, VUOI ANCHE CHE TI VENGA DETTO COME FARE IL TUO "LAVORO"?
Poi fa pure il simpatico dicendo "io proteggo il sangue del mio sangue", MIII, l'hai fatto NA CHIAVICA!
Ora capite perché contesto le "soluzioni" di trama?
Perché sì, okay, molti punti interrogativi vengono risolti, ma comunque sono al limite dell'assurdo ed in certi momenti seriamente mentre leggevo mi ritrovavo a dire "ma questi sono scemi?" e non perché non facevano quello che io volevo, ma perché seriamente ti veniva da pensare come fosse possibile che una cosa così banale, potesse passare inosservata a chi dovrebbe avere occhi dappertutto per il tipo di "lavoro" che fa.
Cioè se tu stesso, non stai a guardare il pelo, chi lo deve fare per te? Gesù? (nonna non mi rimproverare).
Qual è stata la parte che mi è piaciuta di più?
Per il modo in cui è stata scritta, la parte del SA, è OGGETTIVAMENTE scritta molto bene ed è quello che in parte speravo di leggere nel primo "blocco".
C'è tutto! Crudeltà, Tristezza, Sofferenza e Rabbia!
Ed è scritta talmente bene che mi sentivo stringere lo stomaco per quanto, anche solo leggendo, facesse male.
Avevo gli occhi lucidi e non esagero.
Peccato che poi sia stato "buttato in casciara" più tardi, perché una cosa del genere è come se passasse inosservata sia da parte di chi le sta intorno, sia da parte di Manik (che la ritrova mentre è in stato di mezza incoscienza mentre ancora quel verme abusa di lei), che dalla parte della stessa Beatrice (cioè okay che ne passa 19398293 però, è comunque una cosa che ti segna, a prescindere dal fatto che tu voglia far vedere di essere forte, a prescindere dal fatto che come dice lei stessa "non vuol far vedere di essere solo una sopravvissuta").
Sarebbe stato curioso un POV dal punto di vista di lui in quel momento, no?.
A livello invece di momento della storia, il momento più carino è il finale (altro che i Ferragnez) e la parte in cui Beatrice e Lenny iniziano a stringere un rapporto d'amicizia ("Found Family" trope è entrato in chat).
A livello di scrittura questo libro non mi ha fatta impazzire.
Sicuramente è molto scorrevole, ma allo stesso tempo ci sono delle disattenzioni nella scrittura che oggettivamente saltano all'occhio (ed io non sono una che fa troppa attenzione alla scrittura).
Esempi:
1) La protagonista è in ginocchio sul letto, improvvisamente è senza jeans;
2) La protagonista è ammanettata, improvvisamente non più;
3) Il protagonista la tocca sopra i jeans, all'improvviso la mano, non solo è dentro le mutandine, ma le sue dita sono anche dentro di lei!
Cioè, okay che riesco a rendermi conto di cosa succede nel mezzo, ma oggettivamente mancano quei due righi che collegano le scene! Da A a C come ci si è passati? Perché non mi metti B?
Sembrano scene giustapposte.
Però mi raccomando facciamo sapere al lettore che:
1) Manik ha le mutande Calvin Klein (sponsor del libro a questo punto per quante volte viene citato per la biancheria intima);
2) Manik ha una matranga di 23 cm (Rocco Siffredi spostati).
Concludendo: La storia (e la love story) non è male, alcune soluzioni/scelte sono forzate dalla trama e alcune cose non sono plausibili oggettivamente nella realtà, tutto sommato però è una lettura che ti intrattiene ed è piuttosto scorrevole.
Forse però avrei preferito una sottotrama mistery più (e meglio) sviluppata.
P.S. La pillola non è così magica come dicono. Se non la prendi per qualche giorno, la copertura anticoncezionale salta, eh!
Ma Shh, dettagli..
E' il mio primo approccio ad un dark romance ed oggettivamente è stato un approccio piuttosto "blando" (probabilmente nella mia mente, si era creato uno scenario ancora più forte).
Anche in questo caso, il libro non mi è dispiaciuto, ma non mi ha fatto nemmeno impazzire.
Il blocco iniziale è a mio modesto parere, un po' problematico.
Com'è possibile che una ragazza, che ha appena assistito alla visione di un cadavere, possa non essere triggerata e/o traumatizzata da questo? Soprattutto su ciò che poi noi veniamo a scoprire sulla morte dei genitori di quest'ultima!
Cioè okay che la sindrome post traumatica da stress, può causare perdita di memoria, ma possibile mai che al tempo stesso una visione simile non la porti a ricordare nuovamente?
{ Cercasi conferme da un professionista del settore }
La stessa, poi, viene rapita dal protagonista maschile, in quanto testimone oculare e salvo i primi momenti in cui GIUSTAMENTE dice "No, ti prego, non uccidermi", è come se ciò che è successo, andasse direttamente in secondo piano, perché in tempo zero (letteralmente a livello narrativo sono due giorni) a lei parte l'ormone nei confronti del nostro bello e dannato.
Mmm.. okay (?)
Non ho sinceramente capito se l'autrice avesse deliberatamente preso la decisione di prenderci per le chiappette, perché lei stessa fa dire alla nostra Beatrice/Amaya (perché qui, se ogni personaggio non ha duecentoventordici identità e/o personalità, non siamo contenti): "Fa paura quando ti rendi conto di esserti adattata inconsciamente a uno scenario che dovrebbe farti gridare".
Il nostro protagonista: Aeron/Manik, è un rapper famoso (ha dischi di platino, dischi d'oro ed addirittura fa tour mondiali) ed a quanto pare NESSUNO sa che è figlio di un mafioso? Che è figlio di Vlad (Dracula fatti da parte, pls), boss della mafia russa?
Cioè stiamo parlando dell'America!
E no, non funziona la scusa del "abbiamo accordi con la CIA", perché NON ha senso, ma vogliamo darglielo per esigenze di trama.
Manik e Vlad sono quindi, due membri della mafia russa (boss e figlio) e posso dirlo?
NON SONO CREDIBILI MANCO PER ERRORE!
Non fanno paura M I N I M A M E N T E.
Entrambi, poi, cambiano idee mille volte! Ed okay che in parte è dovuto ad uno dei 19382932 piani segreti che si scoprono alla fine (sottotrama mistery: MOLTO APPREZZATA), ma onestamente parlando può mai un boss farsi dire dal figlio, che a prescindere dal legame di sangue, è un sottoposto: "No, non voglio"?
Perfino le mamme dei video comici avrebbero preso, lanciato una ciabattata via telefono ed avrebbero detto: "Non solo fai quello che ti dico, ma se non lo fai, ti do pure il resto".
Le minacce di Manik quando Beatrice è sua prigioniera, passano dal "se non fai questo, ti faccio fuori prima del previsto" al "se non fai questo, ti metto il mio membro in bocca" (che già qui, sono un po' perplessa) con conseguente smentita del "No, non lo faccio perché io con quelle della tua razza non faccio niente, io BADDO BOY" (scusate la licenza poetica finale).
Ripeto, okay che molte giustificazioni le abbiamo alla fine (quindi la maggior parte dei buchi di trama EFFETTIVAMENTE vengono risolti), ma.. MEH.
E se Manik, Vlad, Beatrice sono l'incoerenza fatta a persona, potrà mai Kat (il terzo membro della famiglia) essere da meno? NO.
Perché è vero che a me, Kat non è dispiaciuta (continuo a pensare che nel finale non sarebbe stato male proporre una relazione poliamorosa, ma va be), ma oggettivamente anche lei mi ha fatto impazzire con i suoi mille cambi di idea e le sue mille personalità, a partire dal suo esordio!
Il fratello le dice "nel seminterrato c'è una prigioniera", lei scende giù, si presenta, le dice che le ha portato vestiti, tampax (perché non si sa mai ne abbia bisogno) ecc.. sembra anche tenera e dolce, no? NO, SBAGLIATO!
Perché le prende una crisi e dice "Guarda che se mio fratello è un demone e mio padre è Lucifero, io sono Lilith quindi stai attenta".
Io così: .-.
Oltre ai momenti in cui prima diceva: "Mi raccomando, stai attenta a mio fratello, che non ci sta bene di testa" e poi: "Dovresti scrivergli" o "Vedi che lui ti vuole, perché non dà soprannomi a nessuna e a te ha soprannominato: cucciola".
Ci credo che Beatrice è confusa! La incoraggia e la scoraggia continuamente poi senza darle un reale perché.
Andando avanti con la storia, scopriamo che Beatrice è la figlia di un ex membro della mafia italiana (dall'ITALIA CON FURORE ARRIVANO I: "CORVO").
A prescindere dal perché e dai per come, si scopre questa cosa e da tutti i risvolti di trama che ne conseguono (che credetemi, Inception, gli fa na pippa), com'è possibile che questa nipote sia andata persa per strada? COME?
Antonio Corvo (il nonno mafioso) quando fa la conoscenza dei nostri russi (non solo per conoscere la nostra protagonista, ma anche per ristabilire un accordo di pace), ha avuto pure il coraggio di chiedere: "Perché nessuno mi ha detto di mia nipote?"
NON HO CAPITO, VUOI ANCHE CHE TI VENGA DETTO COME FARE IL TUO "LAVORO"?
Poi fa pure il simpatico dicendo "io proteggo il sangue del mio sangue", MIII, l'hai fatto NA CHIAVICA!
Ora capite perché contesto le "soluzioni" di trama?
Perché sì, okay, molti punti interrogativi vengono risolti, ma comunque sono al limite dell'assurdo ed in certi momenti seriamente mentre leggevo mi ritrovavo a dire "ma questi sono scemi?" e non perché non facevano quello che io volevo, ma perché seriamente ti veniva da pensare come fosse possibile che una cosa così banale, potesse passare inosservata a chi dovrebbe avere occhi dappertutto per il tipo di "lavoro" che fa.
Cioè se tu stesso, non stai a guardare il pelo, chi lo deve fare per te? Gesù? (nonna non mi rimproverare).
Qual è stata la parte che mi è piaciuta di più?
Per il modo in cui è stata scritta, la parte del SA, è OGGETTIVAMENTE scritta molto bene ed è quello che in parte speravo di leggere nel primo "blocco".
C'è tutto! Crudeltà, Tristezza, Sofferenza e Rabbia!
Ed è scritta talmente bene che mi sentivo stringere lo stomaco per quanto, anche solo leggendo, facesse male.
Avevo gli occhi lucidi e non esagero.
Peccato che poi sia stato "buttato in casciara" più tardi, perché una cosa del genere è come se passasse inosservata sia da parte di chi le sta intorno, sia da parte di Manik (che la ritrova mentre è in stato di mezza incoscienza mentre ancora quel verme abusa di lei), che dalla parte della stessa Beatrice (cioè okay che ne passa 19398293 però, è comunque una cosa che ti segna, a prescindere dal fatto che tu voglia far vedere di essere forte, a prescindere dal fatto che come dice lei stessa "non vuol far vedere di essere solo una sopravvissuta").
Sarebbe stato curioso un POV dal punto di vista di lui in quel momento, no?.
A livello invece di momento della storia, il momento più carino è il finale (altro che i Ferragnez) e la parte in cui Beatrice e Lenny iniziano a stringere un rapporto d'amicizia ("Found Family" trope è entrato in chat).
A livello di scrittura questo libro non mi ha fatta impazzire.
Sicuramente è molto scorrevole, ma allo stesso tempo ci sono delle disattenzioni nella scrittura che oggettivamente saltano all'occhio (ed io non sono una che fa troppa attenzione alla scrittura).
Esempi:
1) La protagonista è in ginocchio sul letto, improvvisamente è senza jeans;
2) La protagonista è ammanettata, improvvisamente non più;
3) Il protagonista la tocca sopra i jeans, all'improvviso la mano, non solo è dentro le mutandine, ma le sue dita sono anche dentro di lei!
Cioè, okay che riesco a rendermi conto di cosa succede nel mezzo, ma oggettivamente mancano quei due righi che collegano le scene! Da A a C come ci si è passati? Perché non mi metti B?
Sembrano scene giustapposte.
Però mi raccomando facciamo sapere al lettore che:
1) Manik ha le mutande Calvin Klein (sponsor del libro a questo punto per quante volte viene citato per la biancheria intima);
2) Manik ha una matranga di 23 cm (Rocco Siffredi spostati).
Concludendo: La storia (e la love story) non è male, alcune soluzioni/scelte sono forzate dalla trama e alcune cose non sono plausibili oggettivamente nella realtà, tutto sommato però è una lettura che ti intrattiene ed è piuttosto scorrevole.
Forse però avrei preferito una sottotrama mistery più (e meglio) sviluppata.
P.S. La pillola non è così magica come dicono. Se non la prendi per qualche giorno, la copertura anticoncezionale salta, eh!
Ma Shh, dettagli..
La chimica dell'amore by Paola Chiozza
5.0
4,5/ 5 ⭐️
Parto con il dire che: Paola Chiozza non mi delude mai!
Leggere "La chimica dell'amore" è stato come un caldo e dolce ritorno a casa, non solo perché ho ritrovato i miei adorati Chase e Rebecca de: "La formula dell'attrazione" (perché si, questo libro ne è uno spin-off), ma anche perché questa sensazione traspare dai personaggi stessi attraverso i loro p.o.v.
Spesso si dice che "sentirsi a casa" non è collegato ad un luogo fisico, bensì alle sensazioni che ti regala una persona.
Beh, per entrambi i nostri protagonisti è proprio così, per quanto all'inizio non riescano ad ammetterlo (dopotutto capita che certe cicatrici siano più profonde di altre).
Audrey, la nostra protagonista, è un'eroina romantica (non so se sia corretta questa definizione, ma vi prego passatemela).
In lei, mi sono imedesimata molto, non solo perché innamorata di Jane Austen, ma perché è un'inguaribile (forse un po' ingenua) romantica, innamorata dell'idea dell'amore e soprattutto, alla perenne ricerca del proprio Mr. Darcy.
E chi l'ha detto che debba essere per forza come quello originale descritto dalla nostra Austen?
Dopotutto a chi piacciono le copie?
Isaac, il nostro protagonista, è invece un profressore di chimica tormentato, alla ricerca di riscatto ma soprattutto alla ricerca di una seconda possibilità.
Con lui, ho fatto difficoltà ad entrare in connessione, lo ammetto.
Motivo per cui..
Chase sei ancora il mio preferito!
Ma, mettendo da parte gli scherzi, Isaac è un uomo/ragazzo (leggendo, capirete il perché di questo dualismo), molto Severo con sé stesso, forse fin troppo.
Alla ricerca di questa continua perfezione, in un moto infinito di insoddisfazione.
[Forse proprio per questo avrei sperato che certi momenti/discussioni fossero leggermente piu esplosivi, ma forse non faccio testo.. sono un po' MASOCHISTA, da questo punto di vista]
Una cosa che ho molto apprezzato però è questa sensazione di "ripresa".
In che senso?
Beh, per quanto il ritrovo dei nostri protagonisti sia una casualità e forse per certi aspetti uno "scherzo" del destino, mi è piaciuto molto come, nonostante le vite di entrambi fossero andate avanti (con successi e fallimenti annessi), è solo nel momento del loro ricongiungimento che i nostri ragazzini (per quanto ormai adulti e cresciuti) feriti entrambi da se stessi, prendono a percorrere la stessa strada, curandosi le ferite a vicenda e crescendo insieme (come se entrambi fossero stati per un lungo tratto della loro vita in standby).
Entrambi hanno bisogno di darsi una possibilità, sia l'uno all'altra, che a se stessi.
Ed è proprio per questo che mi viene da dire che questo libro, o meglio questa storia, è per chi spesso, è fin troppo severo con sé stesso.
Per chi si abbatte ed ha paura di risollevarsi.
Per chi è spesso divorato dalle aspettative, non tanto imposte dagli altri, quando dalle proprie.
Per chi si è trovato, all'improvviso, a mettere in discussione se stesso, il proprio percorso, i propri sentimenti e/o perfino la propria vita!
È un libro per chi spesso mente (attenzione al concetto di "menzogna") agli altri per poter continuare a mentire a sé stesso.
Perché alle volte, fermarsi, guardarsi e perdonare (gli altri, ma soprattutto se stessi), è più difficile di quanto possa sembrare e richiede una grande dose di coraggio.
Coraggio che sia Isaac che Audrey, dimostrano di avere!
P.s. So che l'ho scritto anche in DM, ma...
Spero in un ulteriore spin off su Nora!
Parto con il dire che: Paola Chiozza non mi delude mai!
Leggere "La chimica dell'amore" è stato come un caldo e dolce ritorno a casa, non solo perché ho ritrovato i miei adorati Chase e Rebecca de: "La formula dell'attrazione" (perché si, questo libro ne è uno spin-off), ma anche perché questa sensazione traspare dai personaggi stessi attraverso i loro p.o.v.
Spesso si dice che "sentirsi a casa" non è collegato ad un luogo fisico, bensì alle sensazioni che ti regala una persona.
Beh, per entrambi i nostri protagonisti è proprio così, per quanto all'inizio non riescano ad ammetterlo (dopotutto capita che certe cicatrici siano più profonde di altre).
Audrey, la nostra protagonista, è un'eroina romantica (non so se sia corretta questa definizione, ma vi prego passatemela).
In lei, mi sono imedesimata molto, non solo perché innamorata di Jane Austen, ma perché è un'inguaribile (forse un po' ingenua) romantica, innamorata dell'idea dell'amore e soprattutto, alla perenne ricerca del proprio Mr. Darcy.
E chi l'ha detto che debba essere per forza come quello originale descritto dalla nostra Austen?
Dopotutto a chi piacciono le copie?
Isaac, il nostro protagonista, è invece un profressore di chimica tormentato, alla ricerca di riscatto ma soprattutto alla ricerca di una seconda possibilità.
Con lui, ho fatto difficoltà ad entrare in connessione, lo ammetto.
Motivo per cui..
Chase sei ancora il mio preferito!
Ma, mettendo da parte gli scherzi, Isaac è un uomo/ragazzo (leggendo, capirete il perché di questo dualismo), molto Severo con sé stesso, forse fin troppo.
Alla ricerca di questa continua perfezione, in un moto infinito di insoddisfazione.
[Forse proprio per questo avrei sperato che certi momenti/discussioni fossero leggermente piu esplosivi, ma forse non faccio testo.. sono un po' MASOCHISTA, da questo punto di vista]
Una cosa che ho molto apprezzato però è questa sensazione di "ripresa".
In che senso?
Beh, per quanto il ritrovo dei nostri protagonisti sia una casualità e forse per certi aspetti uno "scherzo" del destino, mi è piaciuto molto come, nonostante le vite di entrambi fossero andate avanti (con successi e fallimenti annessi), è solo nel momento del loro ricongiungimento che i nostri ragazzini (per quanto ormai adulti e cresciuti) feriti entrambi da se stessi, prendono a percorrere la stessa strada, curandosi le ferite a vicenda e crescendo insieme (come se entrambi fossero stati per un lungo tratto della loro vita in standby).
Entrambi hanno bisogno di darsi una possibilità, sia l'uno all'altra, che a se stessi.
Ed è proprio per questo che mi viene da dire che questo libro, o meglio questa storia, è per chi spesso, è fin troppo severo con sé stesso.
Per chi si abbatte ed ha paura di risollevarsi.
Per chi è spesso divorato dalle aspettative, non tanto imposte dagli altri, quando dalle proprie.
Per chi si è trovato, all'improvviso, a mettere in discussione se stesso, il proprio percorso, i propri sentimenti e/o perfino la propria vita!
È un libro per chi spesso mente (attenzione al concetto di "menzogna") agli altri per poter continuare a mentire a sé stesso.
Perché alle volte, fermarsi, guardarsi e perdonare (gli altri, ma soprattutto se stessi), è più difficile di quanto possa sembrare e richiede una grande dose di coraggio.
Coraggio che sia Isaac che Audrey, dimostrano di avere!
P.s. So che l'ho scritto anche in DM, ma...
Spero in un ulteriore spin off su Nora!
Corrupt by Penelope Douglas
4.0
4 / 5
E' il mio secondo approccio ad un dark romance e ne sono rimasta entusiasta.
Ho apprezzato molto lo stile di scrittura della scrittrice, il ritmo incalzante, le ottime descrizioni sia di ciò che avviene intorno ai protagonisti, che quello che avviene al loro interno (per quanto i POV presentati in questo primo libro della serie, siano solo quelli di: Rika e Michael).
L'alternarsi dei flashback con il presente, rende determinate scelte di trama, azzeccate e coerenti.
Oltre che dà un velo di mistero, che è stato motore per la mia curiosità.
Ogni qualvolta che c'era un flashback, non ne ero scocciata, bensì intrigata!
Avevo bisogno di capire!
Come fosse nato il tutto, il perché del "Patatrack" tra i nostri protagonisti ecc..
E nel momento in cui si viene a scoprire, come una valanga vieni trascinato nelle vicende del libro (ritrovandoti a finirlo tutto d'un fiato con il cuore a mille per le montagne russe appena lette/vissute).
E' un libro che ha decisamente dello spicy, soprattutto per le scene che ci vengono raccontate nel capitolo 15 e nel capitolo 16, forse non facilmente digeribili per chi è più sensibile.
Perché? Perché viene descritto un roleplaying hot del tipo cnc (consent non consent per intenderci) e la scrittrice è stata veramente brava nel rimanere in quel (pericoloso) equilibrio.
E' come se, mi fossi trovata lì, insieme a Rika.
Non vi nego infatti, che per un momento ho avuto paura la situazione degenerasse e mandasse tutto
a rotoli, perché mi rendo conto che non è facile; ma così non è stato... Quindi CHAPEU.
In certi momenti Rika, mi ha dato un po' le vibes della protagonista del film: "finché morte non ci separi".
Una ragazza impaurita, forse ingenua (a causa dell'amore che quest'ultima prova), ma stanca di dover aspettare che gli altri la salvino, perché l'unica che può farlo: è lei stessa .
A quel punto, non avendo più nulla da perdere, l'unica cosa che si può fare è giocare (gioco che le è stato inconsapevolmente insegnato dai nostri cavalieri).
Quindi per quanto in certi momenti le scelte della protagonista, possano sembrare forzate, nell'insieme funzionano ed ammetto che questo atteggiamento mi è piaciuto (un po' alla Katniss, se posso permettermi).
Se devo pensare a qualcosa di negativo, ci sono un paio di cose che secondo me sono leggermente sviluppate "male" e sono:
- La questione in merito ad una delle rivelazioni che abbiamo nel momento in cui il grande nodo inizia a scogliersi:
Sappiamo, tramite un pov di Rika che lei "si sente un po' in colpa per Kai, ma non si sente per nulla in colpa per Damon e Will", però in base a ciò che scopriamo, non solo non vedo perché sentirsi colpevoli, ma per di più non capisco perché escludere Kai dal duo incriminato (e personalmente Kai mi intrippa tantissimo come personaggio), o includere Will nella condanna totale che Rika riserva a Damon, il vero "disturbato" del gruppo ,il quale spesso risulta essere volgare e un po' instabile, non a caso è "temuto" dal resto del gruppo (scopriamo infatti, verso la fine, avere un passato particolare ).
- Il "perdono"/ tranquillità con cui, dopo ciò che ha vissuto (anche questa scena è molto forte), accetta non solo la festa che viene organizzata (del tipo: WTF), ma anche l'atteggiamento un po' infantile di Michael (che poi me lo faccio andare bene lo stesso, perché diciamo che è contestualizzato il perché del mancato "no", ma ecco, fa storcere un po' il naso).
Ho apprezzato molto, oltre alla scena del capitolo 15/16 e la scena della "sauna" (peperoncini ne abbiamo?), anche i flashback correlati alla "Devil's Night" i quali, avevano un calore all'interno, un senso di appartenenza che spesso mi hanno fatta sorridere ed infine la "rivelazione" finale/flashback dell'epilogo dal punto di vista di Michael, di cui finalmente ne vediamo un lato tenero (durante la storia, infatti, emergono principalmente il lato perverso, vendicativo, rabbioso e impaurito).
E' il mio secondo approccio ad un dark romance e ne sono rimasta entusiasta.
Ho apprezzato molto lo stile di scrittura della scrittrice, il ritmo incalzante, le ottime descrizioni sia di ciò che avviene intorno ai protagonisti, che quello che avviene al loro interno (per quanto i POV presentati in questo primo libro della serie, siano solo quelli di: Rika e Michael).
L'alternarsi dei flashback con il presente, rende determinate scelte di trama, azzeccate e coerenti.
Oltre che dà un velo di mistero, che è stato motore per la mia curiosità.
Ogni qualvolta che c'era un flashback, non ne ero scocciata, bensì intrigata!
Avevo bisogno di capire!
Come fosse nato il tutto, il perché del "Patatrack" tra i nostri protagonisti ecc..
E nel momento in cui si viene a scoprire, come una valanga vieni trascinato nelle vicende del libro (ritrovandoti a finirlo tutto d'un fiato con il cuore a mille per le montagne russe appena lette/vissute).
E' un libro che ha decisamente dello spicy, soprattutto per le scene che ci vengono raccontate nel capitolo 15 e nel capitolo 16, forse non facilmente digeribili per chi è più sensibile.
Perché? Perché viene descritto un roleplaying hot del tipo cnc (consent non consent per intenderci) e la scrittrice è stata veramente brava nel rimanere in quel (pericoloso) equilibrio.
E' come se, mi fossi trovata lì, insieme a Rika.
Non vi nego infatti, che per un momento ho avuto paura la situazione degenerasse e mandasse tutto
a rotoli, perché mi rendo conto che non è facile; ma così non è stato... Quindi CHAPEU.
In certi momenti Rika, mi ha dato un po' le vibes della protagonista del film: "finché morte non ci separi".
Una ragazza impaurita, forse ingenua (a causa dell'amore che quest'ultima prova), ma stanca di dover aspettare che gli altri la salvino, perché l'unica che può farlo: è lei stessa .
A quel punto, non avendo più nulla da perdere, l'unica cosa che si può fare è giocare (gioco che le è stato inconsapevolmente insegnato dai nostri cavalieri).
Quindi per quanto in certi momenti le scelte della protagonista, possano sembrare forzate, nell'insieme funzionano ed ammetto che questo atteggiamento mi è piaciuto (un po' alla Katniss, se posso permettermi).
Se devo pensare a qualcosa di negativo, ci sono un paio di cose che secondo me sono leggermente sviluppate "male" e sono:
- La questione in merito ad una delle rivelazioni che abbiamo nel momento in cui il grande nodo inizia a scogliersi:
Sappiamo, tramite un pov di Rika che lei "si sente un po' in colpa per Kai, ma non si sente per nulla in colpa per Damon e Will", però in base a ciò che scopriamo, non solo non vedo perché sentirsi colpevoli, ma per di più non capisco perché escludere Kai dal duo incriminato (e personalmente Kai mi intrippa tantissimo come personaggio), o includere Will nella condanna totale che Rika riserva a Damon, il vero "disturbato" del gruppo ,il quale spesso risulta essere volgare e un po' instabile, non a caso è "temuto" dal resto del gruppo (scopriamo infatti, verso la fine, avere un passato particolare ).
- Il "perdono"/ tranquillità con cui, dopo ciò che ha vissuto (anche questa scena è molto forte), accetta non solo la festa che viene organizzata (del tipo: WTF), ma anche l'atteggiamento un po' infantile di Michael (che poi me lo faccio andare bene lo stesso, perché diciamo che è contestualizzato il perché del mancato "no", ma ecco, fa storcere un po' il naso).
Ho apprezzato molto, oltre alla scena del capitolo 15/16 e la scena della "sauna" (peperoncini ne abbiamo?), anche i flashback correlati alla "Devil's Night" i quali, avevano un calore all'interno, un senso di appartenenza che spesso mi hanno fatta sorridere ed infine la "rivelazione" finale/flashback dell'epilogo dal punto di vista di Michael, di cui finalmente ne vediamo un lato tenero (durante la storia, infatti, emergono principalmente il lato perverso, vendicativo, rabbioso e impaurito).