Reviews

La schiuma dei giorni by Boris Vian

jessikaruel's review against another edition

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2.0

1er essai avec le surréalisme, vraiment contente de l’avoir essayé mais pas super fan J’AI RIEN COMPRIS du livre. Un nénuphar dans le poumon ?????

juliefgns's review against another edition

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3.0

je-alors- oui?
je crois que j'ai bien aimé mais la fin me laisse un peu mitigée...
par contre, j'ai beaucoup aimé les détails surréalistes comme l'anguille du lavabo qui vide le tube de dentifrice avec ses dents, la souris grise à moustache noire absolument iconic, la cravate vivante et la symbolique du nénuphar!!

rosabrancaa's review against another edition

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4.0

Vian atira-nos para uma salada de surrealismo assim que entramos nas primeiras páginas. Os objectos à volta das personagens reflectem o seu estado de humor e acompanham o tom da história. "Não são as pessoas que mudam , são as coisas"
Ficamos a sentir-nos apertados quando as paredes apertam; ficamos a sentir-nos sonhadores e leves quando os dois sóis iluminam ambos os lados do corredor da casa.
Existem dois momentos claramente pautados na história: um muito sonhador, leve, primaveril, quase aborrecido de tão mágico e feliz; e um muito trágico, pesado, triste, sufocante. À medida que as páginas do livro vão terminando vamos entrando numa espiral cada vez mais intensa e rápida de tragédia. Quase operático.
Acho que este livro vai dizer coisas diferentes a pessoas diferentes. Para mim, um dos temas é a crítica e sátira ao valor do trabalho. O trabalho é visto como algo pesado, estupidificante, algo que existe porque alguém disse que tinha que existir e ninguém questiona.
Outro, muito muito presente, é o custo que as grandes paixões, sonhos e fascínios têm. Todos os sonhos e paixões das personagens vêm com uma factura muito pesada. Eu diria quase que os retrata como um vício, que à medida que o consumo vai ser sendo feito, as exigências do vício são cada vez maiores, entrando-se numa espiral de pura decadência. De alguma forma, também estupidificante.
Este mote está logo presente na primeira página do livro, quando o autor nos alerta com "Só existem duas coisas: o amor de todas as maneiras, com raparigas belas, e a música de Nova Orleães ou Duke Ellington. O resto deveria desaparecer, porque o resto é feio".
É uma obra triste também porque coloca a condição humana num prisma muito fatalista e negativo. Contudo, entre as hipérboles e os surrealismos loucos de Vian, ficamos presos e lemos esse desfecho sempre com um sorriso entre linhas.

malitia's review

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4.0

Boris Vian, paroliere, drammaturgo, poeta, trombettista, traduttore francese (cit.), scrittore poliedrico dalla fervida fantasia ha composto nell'arco della sua vita dieci romanzi. La schiuma dei giorni è considerato il suo capolavoro, la summa della poetica e dello stile di un uomo che ha dedicato all'arte ogni istante della sua breve vita - morì infatti a soli trentanove anni per un attacco cardiaco.

L'immagine più assimilabile a La schiuma dei giorni è quella di una ovattata nuvola rosa, inconsistente per forma e sostanza, ma piacevole a guardarsi. Un'esperienza quasi onirica in cui sprofondare, per ritrovarsi in una realtà a noi così familiare eppure diversa: filtrata da occhiali dalle lenti colorate e dalla stramba montatura, indossati i quali vedremo improbabili strumenti musicali produrre cocktail e le malattie cancerose diventano ninfee annidate nel polmone. A delineare il romanzo di Vian è più questo contesto fortemente fantasioso, geniale, visionario, avallato da un linguaggio innovativo che mescola forme di crasi a neologismi e giochi di parole (l'Arcivettovo, i dobloncioni, il pianocktail). La vicenda non mantiene tuttavia l'atmosfera spensierata dell'incipit: in un climax discendente e fortemente tragico la storia d'amore, struttura portante del racconto, si risolve nel più triste dei finali. Vian riesce fino all'ultimo a mantenere il linguaggio leggero, malgrado l'incupimento e la gravosità dell'intreccio, che raggiunge il culmine nell'ultima scena del libro, in cui un topolino si suicida tra le fauci di un gatto.

La storia è lineare, elementare, quasi banale: il ricco, annoiato e nullafacente Colin, dopo aver a lungo cercato l'amore, finisce per trovarlo in Chloè, e la sposa. Alla coppia dei protagonisti si affianca quella composta dagli amici Alise e Chick, che vivono in condizioni economiche più svantaggiate: lei è innamorata, lui vive solo per «Jean Sol Partre» (palese parodia di Jean Paul Sartre) e, nell’ossessione di possedere i libri e i vestiti presumibilmente appartenuti allo scrittore (mi si perdonerà una considerazione strettamente personale sullo sdegno che mi ha colto alle parole: «Per Alise fa lo stesso, che io la sposi o no. È contenta così. Io la amo tanto, lo sai, e poi anche lei ama immensamente Partre!»), finirà per dilapidare somma regalatagli da Colin e destinata al matrimonio con la fidanzata.
L'amore, il più puro e innocente, non viene mai tradito, culminando in gesti estremi e mantenendo ugualmente la sua candida ispirazione, la disperata follia. La morte aleggia nel profumo di fiori che Colin porta a Chloè per cercare di guarire la ninfea che le dimora nel petto, nell'appartamento prima immenso e poi sempre più piccolo, più stretto. Ma c'è anche un anticonformismo fuori dagli schemi, che fu ripreso dalla generazione del Sessantotto, nella critica al lavoro che imbruttisce le persone, le rende peggiori, stanche e malate:
"Tutto dipende dal fatto che gli hanno detto: 'Il lavoro è sacro, è bello, è buono, è la cosa più importante, e solo chi lavora ha tutti i diritti'. Però poi si fa il possibile per farli lavorare continuamente, così che loro non hanno il tempo di far valere i propri diritti".
Anche Colin sarà costretto a lavorare per pagare le medicine di Chloè, sublimando la discesa negli inferi e dando corpo al pessimismo-realismo di Vian.

La schiuma dei giorni potrebbe condensarsi in poche parole: surreale, incantevole, malinconico. È un'esperienza pungente, divertente, ironica, dolorosa. Non ho staccato gli occhi dal libro per due giorni, rapita dalla lodevole inventiva dell’autore, il cui tocco lieve – impalpabile, dicevo - , ridimensiona la tragicità degli eventi narrati. Vian non è certamente impegnativo: è riflessivo se si fa lo sforzo di vedere al di là dei topolini simpatici che si aggirano per il romanzo, una lettura da cui è facile farsi ingannare, persi nella vacuità della vicenda e nel contorno fiabesco. La sua prosa è un inno alla “leggerezza” decantata nel 1985 da Italo Calvino in Lezioni americane: una riduzione del peso sia linguistico che strutturale, che non coincide con la semplificazione o che si riflette nella descrizione di una immagine snella ma emblematica. Una leggerezza che non nasconde significati profondi, che potreste dimenticare o custodire gelosamente in un angolo della libreria: tra il magico e il realistico, La schiuma dei giorni vi ricorderà come sia possibile fare della propria vita un'opera d'arte, anche nelle circostanze più buie e tristi, fornendosi di un paio di lenti rosa e cambiando soltanto prospettiva.

cauchemarlena's review against another edition

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3.0

Conflicted feelings. I'm not sure if I liked reading this or despised it with vivid passion.

cat_literary_world's review against another edition

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3.0

This was, probably, the most peculiar book that I have ever read - houses that shrink, objects that change composition (carpets that started out as made of wool end up being made out of cotton, for instante).

The story follows Colin's life, however, I didn't feel connected to it. It may have been because of all the strange things happening, but I just didn't feel the story was headed somewhere. I felt there was no purpose in this book, no concrete storyline.

I ended up in the 3 stars ranking. I usually give 2 stars to books I find boring, and, despite all the strangeness, I didn't find this book boring, however, I didn't find it memorable. It's the perfect fit for a middle ranking.

elena_monti's review

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5.0

La schiuma dei giorni è un mondo caleidoscopico in cui qualsiasi concezione spazio temporale o qualsiasi logica di causa effetto vengono meno.
La dimensione di Vian è uno spartiacque deciso fin dalle prime pagine: disorienta il lettore, respingendolo, oppure lo incanta immediatamente.

Colin è un giovane parigino ricco e annoiato. Passa il tempo dedicandosi a ricette inverosimili, strimpellando bizzarri strumenti, bighellonando con Chick, un ingegnere spiantato e sperperone.
Poi, nella vita di Colin entra, in modo esplosivo, l’amore. Chloè.

L’inizio del romanzo è una celebrazione alla vita, all’amicizia, all’amore. Le prime pagine sono ricche di luce, tutto è giallo, acceso e abbagliante. La vita di Colin sembra non riesca a mantenersi all’interno del libro, ma scappa indomabile sotto forma di nuvole spumose, come Vian stesso: personaggio eclettico, scrittore ma anche musicista Jazz (la musica di Ellington, la colonna sonora di questa storia).

Vian fu vicino alla corrente dell’esistenzialismo francese, ma seppe restare fedele alla sua ironia, omaggiando allo stesso tempo Sartre attraverso un personaggio chiave, Jean Sol Partre.

A lungo andare nella vita di Colin e Chloè la luce però si attenua inesorabile, fino a spegnersi come l’amore, che appena nato, è già condannato a finire.
Il finale è un crescendo cupo di catastrofi, fino al totale buio.
Vian era malato di cuore e sapeva da sempre d’essere destinato a morire giovane.

La schiuma dei giorni è il manifesto di una vita vissuta al massimo, per quel poco che resta. Il trionfo della poesia contro l’inesorabilità della morte e del destino.

La realtà de La schiuma dei giorni assume le dimensioni plastiche a servizio dei giochi di parole, che diventano tridimensionali acquisendo un valore scenico. Tutto molto bello e lontano dall’essere illusorio, nonostante il surrealismo che rende le pagine di Vian più reali, a cominciare da alcune riflessioni sulla borghesia, il lavoro, la libertà individuale.

lezliepez's review against another edition

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4.0

"Tenía miedo porque no basta con estar siempre juntos. Es necesario tener también miedo.”
Sin duda alguna, es uno de los textos más conmovedores del escritor francés, Vian logra tocar nuestro corazón con su narración y al igual que el nenúfar de la historia, hace que una extraña melancolía empiece a crecer en nuestro corazón al grado de conmovernos.

Boris Vian parece un escritor adelantado a su tiempo.

annaelle's review against another edition

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2.0

Ce fut une lecture mitigée. J’en attendais beaucoup (trop?) puisque j’avais adoré « J’irai cracher sur vos tombes » de l’auteur, et finalement ça n’a pas été la lecture que j’attendais.

L’univers très comique voire burlesque m’a un peu laissé à l’extérieur. Je n’ai pas su analyser les détails (comme la fleur pour le cancer) ce qui du coup m’a fait faire une lecture très premier degré et assez particulière.

J’ai eu du mal à vraiment m’investir. Ceci dit il est très agréable à lire et je l’ai lu en une journée.

L’histoire d’amour, la fameuse, ne m’a pas vraiment enchanté non plus. Elle est tellement mise en avant que je m’attendais réellement à une histoire d’amour alors que finalement elle n’est qu’au second plan.

Je crois que j’ai trouvé les personnages peu exploités, je n’ai su m’attacher à aucun d’eux... Ceci dit je ne vais pas arrêter ici ma découverte de l’auteur et je comprend totalement en quoi cette œuvre peut énormément plaire. Je n’en suis juste pas la cible. Je préfère les choses un peu plus terre à terre.

sere_rev's review

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1.0

There's some interesting social criticism mixed in with all the nonsensical, absurdist confusion that makes up the most of this book, but there's also a truly uncomfortable amount of sexism and weird voyeuristic, rape-culture attitudes which we apparently cannot escape even in a world where eels come out of the sink to steal toothpaste and mice eat soap lollipops.